Fiume Sacco: I nuovi risultati dei test dell’ARPA. Alla ricerca del colpevole
Dopo i prelievi effettuati tra il 24 ed il 26 Novembre 2018, escono i risultati delle analisi Arpa: trovate grosse quantità di tensioattivi (composti chimici industriali) nell’acqua
In seguito alle tantissime segnalazioni della schiuma rinvenuta sulla superficie del fiume Sacco tra il 24 ed il 26 Novembre 2018, sono stati effettuati test a campione tramite prelievi delle acque da parte delle forze dell’ordine. Ieri l’ARPA Lazio (Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio) ha rilasciato i risultati delle analisi svolte: è stato effettuato un poderoso sversamento di sostanze chimiche, nello specifico tensioattivi; solitamente si tratta di detergenti o emulsionanti utilizzati in ambito industriale (industrie di cosmetica, tessili e metalmeccaniche).
Queste sostanze sono state rinvenute nei campioni in quantitativi ben oltre la soglia limite accettata: la concentrazione riscontrata di tensioattivi il 24 Novembre era di 16 mg/l, mentre il 26 Novembre di 10 mg/l (il massimale consentito è di 2 mg/l per scarico in acque superficiali, 4 mg/l per lo scarico nelle fognature). In seguito alle quantità eccezionali di tensioattivi rinvenute, le forze dell’ordine si sono mosse per individuare la fonte di inquinamento che genera queste schiume.
Inoltre fra Giovedì 27 e Sabato 01 Dicembre, le acque del Sacco che scorrono a ridosso di Ceccano sono state imbiancate da un ulteriore flusso di schiume, che è riuscito a raggiungere anche Castro dei Volsci. Questa era la situazione di Sabato mattina del fiume Sacco a ridosso di Ceprano, dove le schiume hanno raggiunto un’altezza di circa 3 metri in alcuni punti:
Sono stati effettuati ulteriori campionamenti in questi ultimi giorni, in abbinamento ai sopralluoghi sulle sponde del fiume: i prelievi sono stati effettuati presso il depuratore Asi di Ceccano, una condotta Asi a Patrica, fino a ricondurre le indagini alla “Gabriele group”, azienda di trattamento dei rifiuti.
Per quanto concerne i depuratori, sono stati esclusi eventuali malfunzionamenti, come ha affermato Riccardo Bianchi, amministratore delegato di Aea e gestore dell’impianto di depurazione: «L’episodio può essere messo in relazione con quanto accaduto qualche giorno fa, quando sono stati scaricati direttamente nel fiume Sacco e non nel depuratore enormi quantità del materiale schiumogeno. È un atto delinquenziale dal punto di vista ambientale. La differenza, per quanto ci è dato sapere e da verifiche della polizia giudiziaria,è che stavolta gli scarichi sono stati fatti sia nel fiume sia nel sistema fognario, arrivando ovviamente all’impianto. Le schiume sono state rinvenute solo all’ingresso dell’impianto, quindi è la dimostrazione che il depuratore non ha nulla a che fare con la schiumata di cui si parla». Visto anche il forte interesse da parte del ministro dell’ambiente Sergio Costa, che ha prontamente inviato sui posti sospetti delle pattuglie del Reparto Ambientale di Gaeta, è possibile che stavolta le indagini, possano concludersi con un colpevole in maniera del tutto definitiva.