Fiume Sacco: come si presentava un tempo? Il confronto con una modernità dolorosa
Il fiume Sacco rappresenta uno dei bacini idrici più importanti del Lazio e tra i più lunghi e tortuosi della Ciociaria; ecco come si presentava in passato
Il Fiume Sacco in Ciociaria è ormai al centro di una serie di indagini e scoop giornalistici che, ormai da diverse settimane, hanno progressivamente invaso i mass media prima locali e poi nazionali per via dei diversi sversamenti di schiuma avvenuti nel corso d’acqua. I nodi da sciogliere sono ancora tanti, ma sappiamo che il fiume è tra i più inquinati in Europa per via delle tirannie e delle illegalità subite, situazione che peggiora ormai di anno in anno e che solo ultimamente ha avuto il giusto risalto.
Questo fiume è sempre stato lo stesso?… La risposta è NO!
Ebbene un tempo, prima dell’urbanizzazione e dell’avvento dell’“era moderna”, quando in Ciociaria ancora non vi erano strade asfaltate, ovvero non prima degli anni 70-80, questo fiume aveva un ruolo molto importante per gli agglomerati urbani (più piccoli rispetto ad oggi) che si affacciavano sulle sue sponde: la sua acqua infatti era preziosa per gli abitanti dal momento in cui ancora non vi erano le infrastrutture per la distribuzione dell’acqua corrente in casa.
Se un abitante del posto chiedesse ai suoi nonni, essi gli racconteranno che l’acqua del Sacco (come dimostrano le due foto storiche in fondo) veniva prelevata direttamente dai residenti i quali percorrevano anche lunghi tragitti a piedi per recarsi sul letto del fiume; essa veniva anche trasportata con delle conche poggiate in testa e utilizzata in ogni modo: per cucinare, lavare tessuti e indumenti, per l’igiene personale nonchè per dissetarsi. Questo lavoro veniva spesso svolto dalle donne che si occupavano dei lavori domestici ed è un simbolo della tradizione Ciociara. All’epoca ovviamente si aveva a che fare con un’incontaminazione totale del Sacco, una notevole discrepanza con la situazione attuale in cui abbiamo un fiume deturpato da un’industrializzazione selvaggia e senza alcun tipo di controllo di emissione di rifiuti.
Proprio in virtù di questa grossa problematica, gli abitanti lungo il Fiume sono alle prese con un vero e proprio pericolo per la salute come dimostra l’aumento della percentuale di tumori nella zona (un incremento di oltre il 250% di tumori diagnosticati nell’ultimo decennio, raddoppiati quelli rinvenuti in età adolescenziale). I cittadini inoltre devono interfacciarsi con un inquinamento olfattivo sempre più crescente e le pericolose sostanze chimiche che in esso scorrono (come dimostrano le recenti schiume di 3 metri ed oltre di altezza).
La speranza, forse vana, è che queste immagini del Dopoguerra facciano riflettere chi di dovere sul danno che è stato provocato a questa comunità, oltre che al fiume stesso.