La neve a bassa quota di fine Aprile 2016
Il periodo primaverile è spesso stato soggetto a colpi di coda tardo-invernale. Un esempio lampante fu quello del 25 aprile 2016 quando la neve cadde fino a 600 metri sul centro-nord italiano
Sempre più spesso le notizie di perturbazioni tardive nel periodo primaverile suscitano stupore e meraviglia: eppure volgendo uno sguardo al passato (anche recente) abbiamo testimonianze di irruzioni d’aria fredda piuttosto rigide fin sulla nostra penisola. Nella storia recente gli inverni particolarmente miti e anomali, hanno dato seguito a primavere con almeno un evento di freddo a bassa quota (ciò nonostante questa corrispondenza non si può definire assolutamente univoca).
E’ il caso del 25 aprile 2016, data che viene ricordata negli annali di meteorologia per un irruzione d’aria artico-marittima che apportò freddo fino alle nostre latitudini e nei bassi strati dell’atmosfera (sulle regioni centrali della penisola le isoterme a 850 hPa toccarono temperature intorno agli 0°C). Sulle Alpi e sull’Appennino Tosco Emiliano la neve arrivò a toccare i 600-700 metri di quota con accumulo.
A L’Aquila le nevicate furono copiose, come sull’entroterra Campano. Un velo di neve si posò anche su Campobasso e sull’Appennino meridionale, la neve cadde dagli 800 metri.
NEVE NEL LAZIO
Nella nostra regione la precipitazioni nevose non si fecero attendere; furono imbiancati i principali comprensori sciistici come Campocatino e Monte Livata (di cui disponiamo di svariate immagini e video di repertorio).
Quell’anno il giorno della Liberazione fu ricordato per il freddo ma anche per le raffiche di vento associate alla perturbazione: a Roma caddero svariati alberi e rami e gli interventi da parte dei Vigili del Fuoco sulla Capitale raggiunsero quota 150!
Ecco le immagini più significative di quell’ondata di freddo fuori stagione. Per le immagini ringraziamo Fabio Abballe, Alessio Taverna e Daniele Fabrizi: