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Meteorologia

Anticiclone delle Azzorre o Africano? Quali le differenze?

Che differenza c’è tra l’Anticiclone delle Azzorre e l’Africano? Ma soprattutto, si nota sempre tale differenza? Analizziamo la situazione durante la stagione estiva.

In estate queste due figure bariche sono un po’ croce e delizia di chi ama e odia tale stagione. Va però detto che su questi anticicloni si fa un po’ troppa confusione anche tra gli addetti ai lavori.

Partiamo dal fatto che ci troviamo di fronte a due facce della stessa medaglia. L’Anticiclone delle Azzorre e l’Anticiclone Nord Africano (sarebbe meglio chiamarlo promontorio) infatti non sono altro che la “fascia anticiclonica subtropicale” ovvero la fascia degli anticiciloni di origine dinamica dove si hanno moti di subsidenza dell’aria e dove hanno sede le masse d’aria tropicali. Il settore che staziona sopra le Isole Azzorre in Atlantico viene chiamato appunto Anticiclone delle Azzorre (Aria Tropicale Marittima), mentre il settore che staziona sul Nord Africa può essere chiamato “Anticiclone Africano” (Aria Tropicale Continentale).

Troppo spesso si associa il caldo intenso e magari afoso dell’Anticiclone Africano mentre il caldo moderato e anche secco (torrido) all’Anticiclone delle Azzorre.
Non è sempre così ovvio e scontato, infatti quello che accade alle temperature al suolo, dipende sia dall’avvezione (che non è detto provenga effettivamente dalle Azzorre o dall’Africa, a causa delle eventuali celle minori che “pescano” le masse d’aria da direzioni diverse) sia dalle condizioni locali (ad esempio il riscaldamento del suolo e dei mari, le brezze, ma anche fattori orografici ed idrografici, nonchè l’urbanizzazione).

Quando si parla di Anticiclone (o meglio promontorio) Africano?

Si è in presenza del solo promontorio Nord-Africano quando vi sono depressioni tra Marocco, Penisola Iberica e Canarie; allora in quel caso sul bacino Centro-Occidentale del Mediterraneo si ha una vera e propria avvezione di Aria Tropicale Continentale (si può proprio parlare di caldo africano) e, se intensa e duratura, può portare situazioni di caldo estremo!

La poderosa onda calda di fine Giugno 2007 con temperature oltre i 40°C su molte aree del Centro-Sud e delle Isole Maggiori (ben 47°C a Foggia il 25 Giugno!). Una profonda area depressionaria tra Isole Britanniche e Francia tendeva ad allungarsi fino alla Penisola Iberica con conseguente espansione del promontorio Nord-africano sul Mediterraneo. In questo caso si trattava, in gran parte, proprio di aria proveniente direttamente dal Nord Africa! Fonte: Wetterzentrale.

 

Quando si parla, invece, di Anticiclone delle Azzorre?

Vi sono poi situazioni più propriamente azzorriane come quelle avutesi, in parte, durante la stagione estiva in corso. In questi casi l’alta pressione, distesa dal Medio Atlantico sino alla Penisola Iberica al Sud della Francia e al Mediterraneo Centro-Occidentale, garantisce, sui settori centrali del Mediterraneo, correnti da Ovest o Nord-Ovest direttamente dall’Atlantico (meno calde ma in genere umide) mentre il caldo intenso rimane relegato alle coste africane e al Sud della Penisola Iberica.

Tipica situazione da “rimonta azzorriana” da Ovest. L’Anticiclone delle Azzorre “gonfio” sulle coste occidentali europee tende ad allungarsi fin sul Mediterraneo Centro-Occidentale dove la disposizione delle isobare ci fa capire che al suolo vi sono venti mediamente Nord-occidentali che tengono lontano il caldo intenso sul Nord Africa. Fonte: Wetterzentrale.

 

Ma è sempre così facile distinguerli? E, soprattutto, portano sul Mediterraneo effetti sempre diversi?

Ebbene no, e uno spunto in merito ce lo può dare proprio la situazione attuale. E’ questo, infatti, il momento della stagione estiva nella quale alta pressione vuol dire caldo anche intenso e duraturo aldilà dell’origine.

La situazione prevista per domani dal modello ECMWF. Come possiamo notare dalla carta a 500hpa (5500m) non vi è distinzione tra azzorriano e africano ma vi è un’unica fascia anticiclonica dall’Atlantico fino al Mar Nero che ingloba tutto il Sud Europa e il Mediterraneo. Il calore è in gran parte “autoprodotto” dalla subsidenza ma anche per il riscaldamento del terreno e del Mar Mediterraneo (pressione più bassa) ripetto all’Oceano Atlantico che è relativamente più freddo (pressione più alta). Non vi è, quindi, avvezione calda direttamente dall’Africa al suolo. Fonte: Meteociel.

Ciò accade perché la “fascia degli anticicloni subtropicali” raggiunge, proprio in questo periodo stagionale, la massima espansione verso Nord (anche oltre il 45° parallelo), ma anche perché i mari ormai sono caldi e le brezze, quindi, iniziano ad attenuarsi; il sole (pur essendo un po’ più basso sull’orizzonte) è ancora abbastanza alto da scaldare il terreno e la superficie marina. In questo periodo, quindi, diventa difficile distinguere l’Anticiclone delle Azzorre e quello Africano (sia da un punto di vista termico che di geopotenziali) sul Mediterraneo perché il mare caldo attenua gli effetti mitigatori dell’azzorriano e conserva, almeno in parte, l’alito rovente dell’africano. (G.G.)

Gianluca Giorgi

Classe 1991; nato, cresciuto e, tuttora residente, sul Litorale Romano. Fin da piccolo appassionato di meteorologia e di fenomeni naturali. Osserva e studia il tempo e il clima della costa da diversi anni (misurazione di pioggia, temperature e vento). Collabora con Meteo Lazio sin dalla sua nascita con il suo consueto bollettino meteorologico del mattino.