La stagioni sciistiche saranno più brevi, il CORONAVIRUS è solo l’ultimo dei problemi
Proseguono le emissioni di gas serra e purtroppo senza segni risolutivi concreti ed evidenti da parte di alcuni paesi volti a fronteggiare l’emergenza del riscaldamento globale.
Stando a degli studi condotti nel 2017 da: Christoph Marty, Sebastian Schlögl, Mathias Bavay e Michael Lehning entro la fine del ventunesimo secolo il manto nevoso sull’arco alpino italiano potrebbero perdere il 70% della copertura nevosa già fortemente scarseggiata negli anni precedenti.
A causa principalmente della siccità e la carenza delle precipitazioni, con danni economici ai comprensori sciistici anche a ridosso dell’Appennino e Sub-appennino laziale con la quasi totale assenza di neve ad iniziare dal periodo natalizio a: Roccaraso in Abruzzo, Campocatino, Campo Staffi, Monte Livata ecc. durante l’inverno del 2016 e soprattutto nel 2019 mite e secco con pochissima neve.
Nello stesso studio “How much can we save? Impact of different emission scenarios on future snow cover in the Alps” viene evidenziato uno scenario previsionale inquietante a tal punto da stimare stagioni invernali sempre più effimere ed altalenanti, con possibili ripercussioni oltre alle Alpi sicuramente anche in sede appenninica come abbiamo indubbiamente constatato negli ultimi anni.
È possibile però ridurre del 30% questo rischio limitando le emissioni di gas serra e operando in sinergia a livello globale onde evitare il peggior scenario.
Tutti i riferimenti sull’articolo ufficiale pubblicato è disponibile in lingua inglese dal seguente link >>
*Immagini di Marco Zorzanello presso le Dolomiti via domusweb.it anno 2015-2016