ACCENTUATA fase di MALTEMPO dal WEEKEND – rischio di nevicate e piogge abbondanti
Per il fine settimana iniziano a configurarsi scenari atmosferici molto dinamici ed instabili.
I prossimi giorni saranno caratterizzati da continui impulsi perturbati di origine atlantica da Ovest verso Est.
Il rischio sarà quello di avere dalla sera di venerdì 22 e le prime ore di sabato 23 il passaggio di una prima perturbazione, con il susseguirsi di un secondo fronte atlantico durante la giornata di domenica 24 gennaio.
Le correnti atlantiche andranno a disporsi zonalmente in corrispondenza dei Pirenei determinando incessanti ondulazioni orografiche direzionate al Mar Mediterraneo occidentale e l’Italia.
72 ore circa di continuo maltempo, con le nevicate che resteranno confinate solamente sulle zone interne subappenniniche con accumuli altrettanto abbondanti oltre i 1000 metri di quota.
A preoccupare al momento sono gli apporti pluviometrici stimati dai principali modelli previsionali.
Dando uno sguardo all’ENS del modello ECMWF risulta confermata un’anomalia pluviometrica non trascurabile entro il weekend e la prossima settimana su tutta la costa tirrenica occidentale.
La probabilità di precipitazioni si aggirerebbe al 70% seguita da un accrescimento esponenziale nella media pluviometrica >30-60 mm con punti più alti tra il Portogallo e la Spagna settentrionale.
Va precisato però che dall’inizio della prossima settimana la disposizione del flusso non subirà sostanziali variazioni e resterà collocato da Nord-Ovest a Sud-Est in direzione della nostra penisola.
STIMA PRELIMINARE DEGLI ACCUMULI TOTALI FINO A MARTEDÌ 26 GENNAIO
Tuttavia non si può escludere il passaggio di un’altra perturbazione (la terza) nella giornata di lunedì 25 gennaio.
ANDAMENTO TERMICO A MEDIO TERMINE
Dalla prossima settimana le mappe di anomalia termica stima una diminuzione delle temperature di -3°C/-4°C in riferimento alla media climatologica 1979-2010.
Calo termico che sarà causato da un possibile approfondimento della saccatura polare sull’Europa centrale che scenderà di latitudine, raggiungendo l’arco Alpino Nord-occidentale e dando poi origine ad una ciclogenesi sui bacini italiani che inquadreremo meglio nelle future emissioni.
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