Intensa MAREGGIATA flagella il litorale di ROMA con danni a OSTIA LIDO – ricostruzione dell’evento
Prima mareggiata di stagione con alcuni danni lungo le coste romane già fortemente sollecitate dalle continue erosioni.
Tra il 28 e 29 novembre, dopo una breve pausa dalle perturbazioni con una rimonta anticiclonica, si assisterà ad una migrazione da parte di una depressione atlantica verso il Mediterraneo.
Un rapido cambio di scenario meteorologico e marino, con l’ingresso di intense correnti di Ponente che andranno a movimentare buona parte dei bacini occidentali.
L’ultimo weekend del mese di novembre vedrà anche una prima irruzione fredda di stampo invernale configurarsi sulle regioni scandinave, con nevicate fino a quote collinari su diverse località del Lazio e temperature sotto la media.
I mari subirono un irrobustimento del moto ondoso con delle altezze significative d’onda pari ai 2-4 metri.
SIMULAZIONE DEL MODELLO ISPRA SU AREA TIRRENICA
Si tratta della prima mareggiata importante di stagione con molteplici danni alle zone litoranee di Ostia (RM).
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I recenti eventi storici confermano però uno stato del litorale romano già di per sé critico dovuto all’erosione continuativa, con il tratto costiero di Levate in stato di criticità da circa 20 anni.
Ormai le strutture balneari (alcune in stato di abbandono) si trovano nell’acqua e basta una moderata mareggiata per amplificare i danni.
Precisando che l’erosione della costa non riguarda solamente l’area localizzata di Ostia, ma bensì tutto il litorale romano per una significativa diminuzione dei sedimenti trasportati dal Fiume Tevere.
La costruzione del Porto non ha fatto altro che peggiorare ulteriormente la situazione, per quanto riguarda il tratto di Ponente.
Mentre a Levante un ruolo fondamentale nell’erosione è dovuto ai moli presso il Canale dei Pescatori che fungono da barriera ai pochi sedimenti che si posano lungo la costa.
Negli anni sono stati fatti i più disperati interventi: rigidi (scogliere a pannelli, barriere soffolte ecc.) e morbidi con opere di ripascimento.
Il Tevere compresi tutti gli affluenti secondari portano pochi sedimenti da diversi decenni a causa della costruzione di: dighe, dragaggi, cementificazioni e contenimento delle sponde.