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Lโevento del 16 maggio scorso in Emilia-Romagna puรฒ essere annoverato tra i disastri naturali piรน gravi degli ultimi decenni per estensione delle aree coinvolte, numero di vittime, sfollati e danni economici al patrimonio infrastrutturale e immobiliare. Ancora una volta รจ la cronaca a ricordarci la fragilitร del territorio italiano, in cui il 94% dei comuni รจ soggetto a rischio idrogeologico (dati Ispra).
Dal punto di vista meteorologico, entrambi gli eventi pluviometrici del 2 e del 16 maggio erano stati ampiamente preannunciati dai modelli numerici. Ma quanto era prevedibile un evento del genere in fase di progettazione delle opere idrauliche ed infrastrutturali?
Lโidrologia รจ una scienza che si scontra inevitabilmente con un elevato grado di incertezza, sia per il numero esiguo di dati a disposizioneย che per lโestrema variabilitร e irregolaritร spaziale e temporale degli eventi di pioggia. Lโapproccio statistico รจ dunque lโunico percorribile nellโambito della progettazione idraulica.
Dei dati pluviometrici rappresentativi possono essere estratti dalla serie storica del pluviometro di San Cassiano, contenente 89 anni di registrazioni, a partire dal 1925 sufficienti per un’analisi abbastanza robusta. La stazione pluviometrica รจ situata nel bacino idrografico del fiume Lamone, che ha creato ingenti danni tra le province di Faenza e Ravenna. Nella figura 1 รจ stata rappresentata una distribuzione GEV che ben si adatta al campione ante alluvione. Tutti gli elementi del campione rientrano allโinterno delle fasce fiduciarie e dellโintervallo di confidenza. Questa distribuzione potrebbe essere quindiย assunta come rappresentativa del comportamento statistico delle precipitazioni giornaliere nellโarea in esame.
Invece, se consideriamo il campione aggiornato con lโevento del 16 maggio 2023, questโultimo risulta comunque totalmente fuori scala rispetto alla distribuzione statistica, che quindi non รจ in grado di descriverlo: si tratta di un outlier (figura 2).
Si possono fare anche ulteriori considerazioni: giร il primo evento del 2 maggio rientrava tra quelli piรน intensi, anche se all’interno distribuzione statistica. Lโevento del 16 maggio si รจ quindi presentato ad un intervallo di tempo brevissimo dal primo, la cui informazione statistica viene del tutto persa nel metodo dei massimi annuali. Ancora piรน difficile da calcolare quindi la probabilitร di accadimento del susseguirsi di due fenomeni di questo tipo nellโarco di 14 giorni. Infine, confrontando la distribuzione temporale delle piogge con lโevento del 1939, nel 2023 queste sono risultate molto piรน concentrate nella singola giornata del 16 maggio (figura 3).
I risultati ottenuti, quindi, oltre a mostrare l’eccezionalitร dell’evento pluviometrico, evidenziano la necessitร di una seria riflessione sulla stima corretta delle grandezze idrologiche nel processo di progettazione idraulica. Molto spesso ci si affida a campioni statistici che non sono sufficientemente rappresentativi dei fenomeni idrologici in un territorio, sia perchรฉ gli outlier non sono stati campionati per la relativa brevitร della serie storica, sia perchรฉ il clima non รจ stazionario, bensรฌ soggetto a continui mutamenti, ora esasperati anche da cause antropiche.
Ing. Davide Verdicchio, Ing. Gianmarco Guglielmo