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Analisi meteo

Proiezione stagionale per l’Autunno 2023: ancora una stagione calda

La proiezione per l’Autunno 2023: caldo e con maltempo poco frequente

Condizione media più probabile

  • Temperatura: Sopra la media
  • Precipitazioni: Sotto la media
  • Pattern: zonale, anticiclone groenlandese (1)

Condizione di nevosità più probabile

  • Pianura (0-300 mslm): assente
  • Collina (300-600 mslm): assente

Accumulo totale più probabile di neve

  • Bassa montagna (600-1000 mslm): neve molto scarsa o assente (<5 cm)
  • Media montagna (1000-1500 mslm): neve scarsa (<20 cm)
  • Alta montagna (>1500 mslm): neve relativamente scarsa (<50 cm)

Analisi sintetica per la proiezione stagionale dell’Autunno 2023

Si presume da alcune considerazioni, mostrate di seguito, che la stagione possa rivelarsi più anticiclonica del normale, preludio però ad un Inverno più dinamico, vediamo perchè:

El nino in arrivo porterà a livello globale alcuni elementi salienti: primo tra tutti un intenso riscaldamento delle zone tropicali, che saranno quelle che si faranno maggiormente carico dell’enorme eccesso di calore rilasciato dagli oceani a partire dal mese di Luglio. Eloquente la proiezione di ECMWF che vede probabilità massima, dunque certezza, per le zone tropicali di avere temperature sopra la media

Probabilità di avere determinate di temperatura ad 850 hpa previste dal centro meteo europeo nel trimestre Settembre-Ottobre-Novembre. Il colore più rosso indica probabilità massima (certezza) di avere un trimestre più caldo della norma

El nino favorisce anche un pattern di distensione zonale (ovest-est) a basse latitudini della corrente a getto, con perturbazioni frequenti dal Pacifico verso gli USA occidentali (in genere, El nino porta abbondanti piogge fino ad alluvioni sulla California) e intrusioni di aria calda verso il Canada dove la pressione è generalmente più alta della norma. Questo può essere associato a fasi di NAO negativa, ma il richiamo da parte delle perturbazioni a basse latitudini di aria molto calda e umida prodotta ai tropici da El nino stesso, unitamente alle temperature globali molto alte che si stanno registrando, più probabilmente produrrebbero nel corso dell’Autunno la formazione di profondi vortici in uscita dagli USA con l’anticiclone delle Azzorre che verrebbe spinto verso l’Europa specie meridionale alimentato da aria calda subtropicale.

Non è da escludere infatti uno scenario simile a Novembre 2015, caratterizzato da anticicloni frequenti e temperature insolitamente miti dal sapore tardo estivo.

E’ anche interessante notare come le proiezioni per la stagione invernale dei centri di calcolo suggeriscano una stagione invernale più dinamica di quelle passate, con più neve specie in montagna. Un inverno meno anticiclonico dei precedenti sembra essere suggerito anche dal grafico dell’indice NAO;

NAO media nel trimestre gennaio-febbraio-marzo a partire dal primo trimestre del 1950. Un valore positivo dell’indice indica un trimestre generalmente anticiclonico, un valore negativo indica un trimestre ciclonico con maltempo dominante

Da questo si presume una variabilità di lungo periodo, su scala decennale, che alcuni studi scientifici hanno spiegato attraverso l’interazione della depressione d’Islanda con la fase di oscillazione delle temperature dell’oceano atlantico (AMO).

Emerge da tale grafico dunque un trend di lungo periodo che suggerisce come la prossima stagione invernale nel periodo gennaio-marzo possa mostrare un indice difficilmente superiore a +0.7/+0.8, ma non è da escludere che possa chiudere persino vicino alla neutralità. Si tiene considerazione di ciò per l’Autunno, perchè una NAO vicina alla neutralità sul trimestre invernale implica nell’inverno una lunga serie di giornate movimentate, che in genere si associa ad una circolazione atmosferica spesso disturbata con maltempo sull’Europa centro-meridionale e anticicloni polari persistenti  in zona groenlandese.

Poichè in genere è difficile mantenere per lungo periodo tale condizione senza l’indebolimento del vortice polare stratosferico, si suppone che un evento di riscaldamento stratosferico possa prendere piede nel corso della prossima stagione invernale. Nei due mesi che precedono tale evento in Stratosfera, la NAO è invece generalmente positiva e gli anticicloni tendono a spanciare verso l’Europa e il Mediterraneo più facilmente. Questo schema è testimoniato dal seguente studio

Anomalia su tutta la colonna polare del NAM, tale indice verifica la differenza di pressione tra le zone polari e le basse latitudini. I colori blu si associano ad un anticiclone delle Azzorre più spesso sopra l’Europa

La situazione che sembra essere attesa per il prossimo Autunno/Inverno è quella della prima figura. Il giorno 0 indica l’inizio dello stratwarming e si può notare che tale evento è preceduto già 70 giorni prima in genere da un NAM (e di conseguenza da una NAO) in anomalia positiva (colori blu). Dunque poichè il prossimo inverno ci si potrebbe aspettare uno stratwarming con calo della NAO, è lecito anche aspettarsi nei 70 giorni precedenti, quindi in autunno, un aumento della NAO. In soldoni, un autunno tendenzialmente anticiclonico potrebbe suggerire un inverno meno anticiclonico.

A rafforzare tale schema ci sarebbero poi altre proiezioni per il trimestre dicembre-gennaio-febbraio che suggeriscono uno schema circolatorio da NAO negativa dato dall’interazione dell’el nino con la fase dell’AMO, nonchè le seguenti proiezioni del centro meteo europeo

Proiezione di ECMWF mensile per l’indice NAO, visto particolarmente negativo in gennaio e febbraio

Stando al grafico soprastante del centro meteo europeo ECMWF, lo stratwarming (il giorno 0 mostrato nella figura precedente) cadrebbe attorno al 20 Dicembre. Il che vorrebbe dire avere un aumento della presenza dell’anticiclone delle Azzorre sull’Europa e l’Italia indicativamente da metà Ottobre e per tutto Novembre. Fino a quel momento, quindi nella prima metà di stagione, continuerebbe invece il leit motiv dell’Estate caratterizzato da fasi anticicloniche anche di matrice africana alternate a rinfrescate e/o ondate di maltempo autunnali.

Per la nostra regione, questo si traduce in un Autunno decisamente mite in cui anticicloni alimentati da aria calda subtropicale e le giornate soleggiate domineranno i tre mesi autunnali, specie il mese di Novembre.

Gli episodi di maltempo sarebbero pochi, ma El nino unitamente al riscaldamento globale potrebbero produrre flussi di vapore record ad alimentare i fronti atlantici che potrebbero risultare dunque violenti con forti temporali. Sembra più probabile che tra Settembre e Ottobre possa aversi il maggior numero di ondate di maltempo. In tutti e 3 i mesi comunque è possibile che a dominare siano le giornate soleggiate. Non si può escludere caldo fuori stagione, con temperature che potrebbero raggiungere i 20-25 gradi di massima in pianura, anche nella seconda parte dell’Autunno diffusamente.

Un commento sull’affidabilità di queste considerazioni, in particolare sul fatto che il prossimo Inverno venga vista una stagione dinamica e con presumibilmente uno stratwarming. Infatti, anche in continuità con gli inverni passati, è ancora molto probabile che possa verificarsi un lungo periodo anticiclonico all’interno della stagione invernale. La statistica degli ultimi anni suggerisce come questo in genere accada in Febbraio, mentre a Dicembre l’Inverno prova a dire la sua. Se lo stratwarming dovesse avvenire ad inizio Dicembre, a discapito di quanto suggerito dalle proiezioni di ECMWF che lo vedono circa 25-30 giorni dopo, allora i 70 giorni precedenti di aumento anomalo della NAO partirebbero già a fine Settembre e fino a metà Novembre. In tal caso ad essere insolitamente calda e siccitosa sarebbe la prima metà di Autunno, con primi freddi in arrivo già a fine Novembre. Soltanto con la proiezione mensile di Ottobre si avrà un quadro più affidabile sul decorso della seconda parte dell’Autunno. In entrambi i casi, l’Autunno sarà avaro di neve anche in montagna a causa delle elevate temperature globali.


Note:

  1. Nella sezione pattern si vuole dare una probabilità del pattern, anche noto come Weather Regime, più probabile. I pattern di riferimento sul settore euro-atlantico sono 4:
    anticiclone groenlandese (associabile alla NAO-); zonale (associabile alla NAO+); promontorio atlantico (Atlantic Ridge); blocco scandinavo (Scandinavian Blocking). L’insieme di questi 4 pattern spiega il 55% della variabilità euro-atlantica e se ne cerca una loro frequenza di occorenza. La stagionale si basa dunque su queste 4 definizioni di pattern, i cui risvolti climatici su scala regionale continentale sono stati ampiamente studiati in letteratura. Una definizione ne viene data al seguente linkhttps://confluence.ecmwf.int/display/FUG/Regime+Charts 
  2. I concetti di critical line e turning line sono strettamente legati al profilo latitudinale di vento zonale medio.
    Nella normalità il vento zonale medio aumenta con la latitudine. Questo crea una variazione nell’ambiente in cui le onde di Rossby sono immerse, per un’onda che sale di latitudine. Se il vento zonale medio si fa troppo intenso, l’onda viene riflessa (tale latitudine di riflessione rappresenta una turning line). è possibile osservare gli anticicloni salire di latitudine e la loro ascesa venir bloccata dal passaggio di profonde vorticità polari. Viceversa se il vento zonale medio si indebolisce salendo di latitudine, è possibile trovare una critical line, una latitudine alla quale, se raggiunta dall’anticiclone, questo si rompe provocando quello che in gergo viene chiamato “taglio alla radice” dell’anticiclone che si è elevato di latitudine. Alla formazione di una critical line segue dunque l’isolamento di un’alta pressione polare.Di conseguenza se il vortice polare è molto debole e si associa ad un vento zonale medio piuttosto basso o persino invertito salendo di latitudine si formerà una critical line che solitamente si associa ad un pattern di NAO negativa, con l’isolamento di una cellula anticiclonica sulla Groenlandia. Questo si combina con il numero d’onda elevato che caratterizza una condizione di vento zonale medio debole. Le onde corte hanno velocità di gruppo positiva e viaggiano dunque da ovest verso est, questo si traduce in un moto verso est delle depressioni atlantiche. I pattern di Atlantic Ridge e Scandinavian Blocking che incontrano una critical line si portano dunque generalmente sulla GroenlandiaSe il vortice polare ha una struttura regolare (vento zonale medio che aumenta salendo di latitudine) ma senza essere più forte della norma, le onde che viaggiano verso nord incontrano una turning line oltre i 70 nord che blocca la salita dell’anticiclone alle latitudini subpolari, da cui la formazione dei pattern di Atlantic Ridge o Scandinavian Blocking. Questo si combina con un numero d’onda basso (compreso tra 2 e 4) che caratterizza una situazione di vento zonale medio vicino alla norma e la velocità di gruppo è negativa. Questi pattern evolvono solitamente da est ad ovest, e lo Scandinavian Blocking evolve in un Atlantic RidgeSe il vortice polare è molto forte e il vento zonale medio è intenso, la turning line scende di latitudine all’Europa centrale (fino a 50-60 nord) e la riflessione d’onda blocca gli anticicloni sull’Europa meridionale, da cui il pattern di NAO+. Tale scenario ha numero d’onda 1 o anche prossimo allo 0, è lineare e l’attività d’onda è assente.

DISCLAIMER:

Questa previsione vuole dare un’indicazione probabilistica di cosa potrebbe avvenire, infatti solo i calcolatori sono in grado di darci l’esatto risultato finale e calcolare con precisione l’interazione tra tutte le forzanti climatiche in gioco

Claudio Giulianelli