Tendenza meteo Gennaio 2024: inverno in ripresa con sorprese da metà mese
Resoconto termo-pluviometrico per l’andamento del mese di Gennaio 2024
Condizione media più probabile
- Temperatura: sopra la media
- Precipitazioni: in media
- Pattern: blocco scandinavo, anticiclone groenlandese, zonale
Condizione di nevosità più probabile
- Pianura (0-300 mslm): assente
- Collina (300-600 mslm): probabilità bassa
Accumulo totale più probabile di neve
- Bassa montagna (600-1000 mslm): neve scarsa (<10 cm)
- Media montagna (1000-1500 mslm): neve scarsa o (<30 cm)
- Alta montagna (>1500 mslm): neve mediamente abbondante (fino a 70-80 cm specie oltre i 2000)
Analisi sintetica per la proiezione di Gennaio 2024
Dopo una prima settimana del mese caratterizzata da temperature ancora abbondantemente sopra la media e clima siccitoso, un cambiamento della circolazione atmosferica prenderà il via a partire dall’Epifania. Infatti come ampiamente previsto già dal mese di Settembre, nella seconda parte della stagione si vengono a creare le condizioni di base per un tempo spiccatamente variabile. Da un lato un forte evento di indebolimento del vortice polare stratosferico che pone le basi per la formazione di una linea critica in alta quota (2) che consente la rottura delle onde di Rossby che normalmente si propagano verso la Stratosfera. Questo è visibile attraverso la mappa del NAM sulla colonna che si mostra ampiamente negativo nei prossimi giorni, con la comparsa di tale anomalia su tutto il grafico (immagine sottostante)
Dall’altro la migrazione della Madden Julian Oscillation verso la fase 3 combinata con El Nino (non mostrato) sembrerebbe essere propensa per la formazione di una cresta d’onda del flusso medio zonale sull’Atlantico, da cui la partenza dei flussi di calore verso il polo che si osserva in queste ore (immagine sottostante), con la conseguente formazione dello Scandinavian Blocking che ci terrà compagnia sin verso il 12 Gennaio. Nel periodo 8-12 Gennaio venti di tramontana entreranno sull’Italia centro-settentrionale, con un calo termico e precipitazioni nella giornata del 9/10 Gennaio che saranno nevose generalmente sopra i 1200 metri.
L’evoluzione a seguito vede una naturale progressione dell’anticiclone verso la Groenlandia. Si tratta di un movimento tipico delle onde lunghe come questa, in quanto le onde lunghe di Rossby si muovono da est verso ovest. Tale informazione però non è sufficiente per concludere che altro freddo possa giungere sull’Italia. Infatti la transizione dell’anticiclone verso ovest viene guidata dai vortici che tipicamente vengono dal continente americano sull’oceano Atlantico. Se tali vortici diventano però troppo forti, l’anticiclone si indebolisce e migra sul Labrador lasciando spazio ai vortici stessi di invadere l’oceano e poi l’Europa, portando con se il loro carico di piogge e clima mite. Questo sviluppo degli eventi potrebbe derivare da flussi di vapore record causati dal riscaldamento globale che alimentano i temporali nei fronti freddi in arrivo dal continente americano. La convezione profonda attraverso il rilascio di calore latente potrebbe dare eccessiva potenza alle basse pressioni. Questo iter sembra al momento quello più probabile. L’altra ipotesi è che tali vortici rimangano nella loro natura tipica delle medie latitudini impedendo il trasferimento dell’anticiclone scandinavo sul Labrador. In tal caso si avrebbe il passaggio al regime di promontorio atlantico (1) da cui un’ondata di freddo e neve a bassa quota potrebbe scaturirne anche sul centro Italia e sulla nostra regione.
La soluzione finale potrebbe essere una via di mezzo decisamente più sbilanciata a favore della prima. In tal frangente tra il 13 e il 15-16 Gennaio si potrebbe avere un forte aumento delle temperature accompagnato da piogge sparse in arrivo dall’Atlantico subtropicale. Successivamente potrebbe aversi un’irruzione di aria fredda a lambire l’Italia senza che riesca quindi a dar vita ad una ondata di maltempo strutturata di stampo invernale, con aria fredda generalmente senza fenomeni o non di rilievo. In tal frangente tra il 16 e il 19 Gennaio potrebbe aversi un nuovo calo termico con valori sotto la media e calo della quota neve soprattutto fin verso la bassa montagna nella fase finale di peggioramenti atlantici a cui potrebbe seguire l’aria fredda. Più probabili fenomeni deboli o coreografie in collina. Al momento probabilità scarsa di vere e proprie nevicate sotto i 600 metri.
L’anticiclone groenlandese verrà poi velocemente rimosso, con ripristino di condizioni zonali e ritorno dell’anticiclone delle Azzorre attorno al 20. Non è da escludere in terza decade, andando verso il mese di Febbraio, che possa ripresentarsi il blocco scandinavo con altri tentativi freddi dai Balcani verso l’Italia. Si tratterebbe degli ultimi disturbi del vortice polare operati dallo Stratwarming.
Note:
- Nella sezione pattern si vuole dare una probabilità del pattern, anche noto come Weather Regime, più probabile. I pattern di riferimento sul settore euro-atlantico sono 4: anticiclone groenlandese (associabile alla NAO-); zonale (associabile alla NAO+); promontorio atlantico (Atlantic Ridge); blocco scandinavo (Scandinavian Blocking). L’insieme di questi 4 pattern spiega il 55% della variabilità euro-atlantica e se ne cerca una loro frequenza di occorenza. La stagionale si basa dunque su queste 4 definizioni di pattern, i cui risvolti climatici su scala regionale continentale sono stati ampiamente studiati in letteratura. Una definizione ne viene data al seguente link https://confluence.ecmwf.int/display/FUG/Regime+Charts
- I concetti di critical line e turning line sono strettamente legati al profilo latitudinale di vento zonale medio. Nella normalità il vento zonale medio aumenta con la latitudine. Questo crea una variazione nell’ambiente in cui le onde di Rossby sono immerse, per un’onda che sale di latitudine. Se il vento zonale medio si fa troppo intenso, l’onda viene riflessa (tale latitudine di riflessione rappresenta una turning line). è possibile osservare gli anticicloni salire di latitudine e la loro ascesa venir bloccata dal passaggio di profonde vorticità polari. Viceversa se il vento zonale medio si indebolisce salendo di latitudine, è possibile trovare una critical line, una latitudine alla quale, se raggiunta dall’anticiclone, questo si rompe provocando quello che in gergo viene chiamato “taglio alla radice” dell’anticiclone che si è elevato di latitudine. Alla formazione di una critical line segue dunque l’isolamento di un’alta pressione polare. Di conseguenza se il vortice polare è molto debole e si associa ad un vento zonale medio piuttosto basso o persino invertito salendo di latitudine si formerà una critical line che solitamente si associa ad un pattern di NAO negativa, con l’isolamento di una cellula anticiclonica sulla Groenlandia. Questo si combina con il numero d’onda elevato (superiore a 5) che caratterizza una condizione di vento zonale medio debole. Le onde corte hanno velocità di gruppo positiva e viaggiano dunque da ovest verso est, questo si traduce in un moto verso est delle depressioni atlantiche (wave-breaking ciclonici). I pattern di Atlantic Ridge e Scandinavian Blocking che incontrano una critical line si portano dunque generalmente sulla Groenlandia evolvendo in una NAO negativa. Se il vortice polare ha una struttura regolare (vento zonale medio che aumenta salendo di latitudine) ma senza essere più forte della norma, le onde che viaggiano verso nord incontrano una turning line oltre i 70 nord che blocca la salita dell’anticiclone alle latitudini subpolari (wave-breaking anticiclonici), da cui la formazione dei pattern di Atlantic Ridge o Scandinavian Blocking. Questo si combina con un numero d’onda basso (compreso tra 2 e 4) che caratterizza una situazione di vento zonale medio vicino alla norma e la velocità di gruppo è negativa. Questi pattern evolvono solitamente da est ad ovest, e lo Scandinavian Blocking evolve in un Atlantic Ridge. Se il vortice polare è molto forte e il vento zonale medio è intenso, la turning line scende di latitudine all’Europa centrale (fino a 50-60 nord) e la riflessione d’onda blocca gli anticicloni sull’Europa meridionale, da cui il pattern di NAO+. Tale scenario ha numero d’onda 1, è lineare e l’attività d’onda è assente
DISCLAIMER:
Questa previsione vuole dare un’indicazione probabilistica di cosa potrebbe avvenire, infatti solo i calcolatori sono in grado di darci l’esatto risultato finale e calcolare con precisione l’interazione tra tutte le forzanti climatiche in gioco