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Cronaca Lazio

Aurora Boreale, ecco cosa è accaduto la notte del 10 maggio sui cieli del Lazio e il fenomeno dei SAR

L’eccezionale spettacolo del 10 maggio: la differenza tra aurora boreale e SAR

La notte del 10 maggio 2024 ha regalato uno spettacolo senza precedenti nei cieli italiani, con la comparsa di colori rossastri e violacei che hanno affascinato osservatori da Nord a Sud dello Stivale. Tuttavia, sorge la domanda: si è trattato di un’aurora boreale o di un SAR (STABLE AURORAL RED ARC)?

È importante comprendere le differenze tra questi fenomeni per apprezzare appieno la loro bellezza e il loro significato scientifico.

Aurora boreale: una vera e propria “danza” di particelle cariche

L’aurora boreale, o aurora polare, è un fenomeno noto da secoli, ma la sua spiegazione scientifica è stata chiarita solo recentemente. Questo spettacolo luminoso è il risultato dell’interazione tra particelle cariche provenienti dal vento solare e il campo magnetico terrestre. Quando queste particelle entrano in contatto con l’atmosfera superiore, producono una serie di emissioni luminose, creando un vero e proprio balletto di colori nel cielo notturno delle regioni polari. Raramente visibile alle latitudini più basse del nostro pianeta.

Il misterioso SAR: un fenomeno ancora poco compreso

I SAR, o arcate aurorali rosse stabili, sono un fenomeno meno conosciuto e più raro rispetto alle aurore boreali. Questi archi rossi luminosi si manifestano durante periodi di intensa attività solare e tempeste magnetiche, come quella verificatasi nella notte del 10 maggio 2024. Tuttavia, a differenza delle aurore boreali, i SAR non sono direttamente causati dalle particelle cariche solari, ma sono il risultato della dinamica delle fasce di Van Allen, le quali intrappolano le particelle solari attorno alla Terra.

Le origini dei SAR: la fascia interna di Van Allen

I SAR si originano nell’alta atmosfera, a un’altitudine di oltre 300-400 km, e sono generati dall’eccitazione dell’ossigeno causata dalle correnti ad anello all’interno della fascia interna di Van Allen. Durante forti tempeste geomagnetiche, il campo magnetico terrestre si indebolisce sufficientemente da abbassare l’altitudine di queste correnti, consentendo loro di interagire con l’alta atmosfera e generare gli splendidi archi rossi luminosi che caratterizzano i SAR.

Previsioni future: potrà verificarsi un altro evento del genere

La tempesta geomagnetica della notte del 10 maggio ha offerto un’opportunità unica per osservare e studiare i fenomeni celesti che si verificano nell’alta atmosfera terrestre, anche alle nostre latitudini. L’evento probabilmente rimarrà impresso in chi ha avuto la possibilità di osservarlo, grazie anche alla moltitudine di webcam sparse in Italia che hanno immortalato questo fenomeno che ha avuto tempi di ritorno ultra-centenari (si parla di circa 200 anni).

Nonostante dunque quello che è stato visibile sui nostri cieli sia stato un SAR, alcuni fotografi sono riusciti ad immortalare l’aurora boreale nei punti dove l’inquinamento luminoso era minore: è il caso di Marco Virgili il quale da Tolfa è riuscito ad effettuare alcuni scatti magnifici che vi riportiamo qui sotto.

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