Una guida alle tendenze stagionali in Italia
Tendenza stagionale in Italia: Come prevedere l’evoluzione meteo a lungo termine
In questo articolo, spiegherò il metodo più corretto per costruire una tendenza stagionale in Italia e come deduco i possibili scenari meteorologici per i tre mesi successivi. Di base bisogna tener presente che il clima dell’Italia e dell’Europa ha delle caratteristiche diverse rispetto a quello dei restanti continenti e oceani dell’emisfero boreale, di seguito andiamo subito a cercare di capire quali sono queste differenze e a cosa sono dovute.
Il ruolo delle teleconnessioni nella previsione meteo
Le teleconnessioni, spesso utilizzate per fare previsioni, non garantiscono risultati affidabili, come ho già avuto modo di spiegare in un precedente articolo. Per comprendere come potrebbe evolvere il tempo meteorologico nelle settimane successive, è fondamentale analizzare il funzionamento del clima in Europa e in Italia, con un occhio sia a ciò che è già noto nella ricerca scientifica, sia agli aspetti ancora non chiari.
La stabilità del clima in Europa e Italia
Un elemento importante da considerare è la relativa stabilità climatica dell’Europa rispetto ad altre aree, come gli Stati Uniti. In Italia il movimento delle figure bariche è molto più lento rispetto agli USA, dove in Inverno può accadere che si passi da ondate di gelo con clima rigido al disgelo e alla pioggia più volte nel giro di una settimana. Anche in Europa naturalmente le carte meteorologiche cambiano di giorno in giorno, ma anche a distanza di 5 giorni possono mantenere le stesse caratteristiche salienti. Di conseguenza una stagione, come ad esempio l’Inverno, in Europa e Italia è fatta di giornate in larga parte simili tra loro. Il ripetersi poi degli stessi scenari meteorologici produce l’anomalia climatica stagionale, calda o fredda. Non solo, le stesse stagioni, da un anno all’altro, tendono a essere più simili rispetto agli altri continenti. Entriamo di seguito più nel dettaglio su questo aspetto.
Differenze nella variabilità climatica tra Europa e Stati Uniti
In America, il fenomeno dell’ENSO (El Niño Southern Oscillation) influenza fortemente il clima, portando a variazioni climatiche tra un inverno e l’altro. L’ENSO si manifesta in due forme: El Niño, che porta a temperature più alte delle acque del Pacifico tropicale, e La Niña, che invece porta a un raffreddamento delle acque. Tale fenomeno però non ha impatto diretto sul clima in Europa, infatti è stato già dimostrato nella ricerca scientifica che non ha correlazione con le vicende meteorologiche del nostro continente. Inoltre questa è un’ulteriore riprova del fatto che il clima in Europa ha variazioni più lente di quelle degli Stati Uniti, come si può evincere dai dati storici degli indici climatici europei, che andiamo a vedere di seguito
Indici climatici europei: l’importanza dell’EA e della NAO
L’indice East Atlantic (EA)
L’East Atlantic (EA) è uno degli indici più importanti per comprendere la variabilità del clima europeo e italiano. L’EA confronta le anomalie di pressione tra il Portogallo e l’Irlanda, fornendo indicazioni fondamentali sulla circolazione atmosferica nel Mediterraneo. Analizzando il grafico dell’EA dal 1950 ad oggi, si nota una lenta ma costante variazione, con una tendenza al rialzo, che influisce significativamente sul clima dell’Italia.
East Atlantic dal 1950 ad oggi. Fonte: https://www.cpc.ncep.noaa.gov/data/teledoc/ea_ts.shtml
L’indice North Atlantic Oscillation (NAO)
L’indice NAO confronta invece le anomalie di pressione tra le isole Azzorre e la Groenlandia. Anche il NAO ha mostrato variazioni lente nel tempo, con fasi di lungo termine caratterizzate da valori positivi o negativi. Questo indice è meno significativo dell’EA per il clima italiano, ma gioca comunque un ruolo importante, in particolare nella determinazione delle condizioni di alta pressione nell’Europa occidentale.
North Atlantic Oscillation dal 1950 ad oggi. Fonte: https://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/precip/CWlink/pna/JFM_season_nao_index.shtml
Impatti combinati di EA e NAO sul clima italiano
La combinazione tra EA e NAO è cruciale per determinare l’evoluzione delle stagioni in Italia. Quanto sintetizzato di seguito è deducibile da uno studio che ha mostrato il comportamento della corrente a getto in Europa in presenza di determinati valori di NAO ed EA. In particolare:
- EA+ e NAO-: Rafforzamento degli anticicloni subtropicali, con inverni caldi e poche ma abbondanti piogge specie al nord Italia (immagine B).
- EA- e NAO-: Inverni freddi e maltempo con neve diffusa (immagine A).
- EA+ e NAO+: Stagioni calde, ma con possibilità di episodi freddi se prevale la NAO, se prevale l’EA come nel primo caso ma con grave siccità su tutta Italia.
- EA- e NAO+: Inverni freddi se prevale l’EA, siccitosi su nord e Italia tirrenica, neve al sud e adriatiche. Se prevale la NAO temperature nella norma e con poche piogge.
Immagine A: mappa delle anomalie di geopotenziale (per semplificare, la pressione) in Europa e oceano Atlantico delle ondate di freddo estreme sul Mediterraneo. Il geopotenziale è più alto sulle isole britanniche e più basso della norma sull’Iberia, l’EA è negativo. Fonte: lavoro di tesi
Immagine B: come nella precedente ma per il caldo estremo sul Mediterraneo. Un’anomalia negativa è presente sulle isole britanniche, positiva sull’Iberia. L’EA è dunque positivo. Fonte: lavoro di tesi
Come prevedere l’andamento dell’EA
L’andamento dell’EA ha un impatto predominante sulla variabilità climatica italiana. Nonostante la ricerca scientifica non spieghi completamente la lenta variazione dell’EA, il trend al rialzo osservato dal 1950 ad oggi suggerisce che le prossime stagioni saranno caratterizzate da condizioni di alta pressione e temperature più elevate. Si tratta di una considerazione statistica basata sull’analisi del trend, ma c’è una probabile spiegazione che va a trovare il colpevole di questo cambiamento climatico nel riscaldamento globale (parere personale) su questa lenta variazione al rialzo su cui tornerò in un altro articolo. Il ruolo di mediatore tra il riscaldamento globale e il pattern meteorologico potrebbe giocarlo l’oceano Atlantico. Anche il nostro oceano infatti gioca un ruolo sul clima delle nostre stagioni, un po’ come il fenomeno ENSO sul Pacifico per l’America. Se però ENSO ha una forte variabilità e non di impatto globale, i fenomeni climatici atlantici sono molto importanti non solo per l’Europa ma anche per la salute del sistema climatico globale, nel corso dei secoli e dei millenni.
Immagine 1: cerchiato in verde il forte rialzo dell’EA a Luglio 2023, da cui è iniziato un lungo periodo fortemente positivo forse per la presenza de El Nino protrattosi fino alla Primavera 2024
In secondo luogo c’è anche da osservare che in questo trend sono presenti molti alti e bassi, molti picchi verso l’alto e verso il basso. è interessante notare dall’immagine 1 all’interno del cerchio verde il brusco passaggio dell’EA dal colore blu a quello rosso avvenuto a Luglio 2023: ritengo infatti possibile che il ciclo dell’ENSO possa indirettamente avere un ruolo secondario, quindi non di primaria importanza, sull’EA. In particolare:
- Quando si sviluppa El Nino l’EA aumenta
- Quando si sviluppa La Nina l’EA diminuisce
Poichè stiamo osservando, per quanto anticipato, un trend al rialzo dell’EA, quando arriva El Nino il valore dell’EA sale molto velocemente perchè questo effetto si somma a quello del trend. Con la Nina invece l’EA torna a scendere ma lo fa lentamente, perchè va in contrasto col trend di lungo periodo al rialzo. In genere El Nino dura alcuni mesi ed ha il massimo sviluppo durante la stagione invernale mentre La Nina subentra l’anno successivo. Finchè i due fenomeni sono presenti il loro effetto si manifesta sull’EA. Per esempio si può notare dall’immagine 1 che dopo il brusco rialzo di Luglio 2023 cerchiato in verde, l’EA è rimasto fortemente positivo per tutta la durata di El Nino. La Nina ha sempre una durata maggiore, e dunque dopo una stagione invernale caratterizzata da El Nino è lecito attendersi che almeno i due inverni successivi siano caratterizzati da un nuovo aumento degli episodi di freddo rispetto all’ultimo inverno avutosi con El Nino.
In che modo ENSO può modificare l’EA? Abbiamo infatti detto che non esiste una correlazione diretta col tempo meteorologico in Europa. ENSO però è in grado di agire sul sistema climatico globale. Non lo fa in maniera significativa come l’oceano Atlantico, gli effetti di ENSO sono limitati al periodo in cui è presente. Poichè il comportamento dell’EA, come già anticipato, dipende dalle proprietà globali del clima, anche l’ENSO da il suo contributo, un contributo quindi indiretto.
Altre variazioni meno significative dell’EA
Nell’immagine 2 sono cerchiati in verde altri picchi dell’EA di breve durata. Non è dato sapere a cosa questi veloci cambiamenti siano dovuti e anche personalmente si tratta di una valutazione difficile da fare. Ci troviamo nella situazione in cui all’interno di una stagione, in cui ad esempio l’EA è sempre positivo, possa fare una piccola percentuale di giornate con EA negativo (ad esempio 15 giorni su 90, circa il 15% delle giornate). Un ruolo molto marginale sul tempo meteorologico, quindi sull’EA, potrebbero giocarlo fenomeni di breve variabilità come la Madden-Julian Oscillation o altri fenomeni occasionali come ad esempio un treno di onde di Rossby in arrivo dal Pacifico per una particolare condizione instauratasi, stiamo parlando delle teleconnessioni.
Correlazione tra EA e temperature
Studi hanno dimostrato che la correlazione tra l’EA e le temperature giornaliere è particolarmente forte in diverse aree europee, incluse l’Italia e il Mediterraneo. Questo significa che un EA positivo è associato a periodi di siccità e caldo, mentre un EA negativo porta maltempo e temperature più basse.
Conclusioni
L’EA e la NAO sono due indici climatici fondamentali per comprendere e prevedere le tendenze stagionali in Italia. Mentre l’EA gioca un ruolo centrale nella determinazione del clima mediterraneo, la NAO fornisce indicazioni sul comportamento degli anticicloni oceanici. Grazie a una comprensione approfondita di questi indici, è possibile formulare previsioni meteo a lungo termine con una maggiore accuratezza. Nel prossimo articolo darò una possibile spiegazione del trend di lungo periodo dell’EA e proveremo a capire se e quando potrà invertirsi.
Immagine 2: cerchiati in verde molti apici dell’EA di breve durata, all’interno di lunghe fasi positive determinate dal trend multidecennale al rialzo e con contributo di El Nino