Tendenza meteo Novembre 2024: fine Autunno tra anticiclone e prime nevicate in montagna?
Resoconto termo-pluviometrico per l’andamento di Novembre 2024
Condizione media più probabile
- Temperatura: in media
- Precipitazioni: sotto la media
- Regime: NAO+; Atlantic Ridge (1)
Condizione di nevosità più probabile
- Pianura (0 – 300 mslm): assente
- Collina (300 – 600 mslm): assente
Accumulo totale più probabile di neve
- Bassa montagna (600 – 1000 mslm): molto scarsa o assente (< 5 cm)
- Media montagna (1000 – 1500 mslm): tra scarsa e discreta (<10 cm)
- Alta montagna (>1500 mslm): discreta (fino a 20 cm sopra i 2000 mslm)
Analisi sintetica per la proiezione di Novembre 2024
1 – 15 Novembre: anticiclone dominante
Nella prima metà del mese, come era atteso nella tendenza trimestrale uscita a Settembre e ora riconfermato dai centri di calcolo, il mese si fa siccitoso per la formazione di un forte anticiclone con massimi di pressione tra l’Europa e l’Atlantico centrale. Le condizioni meteorologiche sul Lazio in tal frangente sono caratterizzate da giornate ampiamente soleggiate e per la prima settimana del mese con temperature sopra la media e valori massimi che ancora potranno spingersi sin sui 23-25 gradi nelle vallate interne, generalmente sui 20-22°C.
Si tratta dunque di valori tipici di metà Ottobre, mentre sulle minime i valori si attesteranno anch’essi generalmente sopra la norma sui 12-15 gradi, con valori sotto ai 10 solo nelle pianure e vallate interne. Deboli venti di tramontana accompagneranno questa fase calda, ma allo scadere della prima settimana aria più fredda raggiungerà il Mediterraneo con temperature in calo e che si riporterebbero inizialmente nelle medie ma intorno a metà mese anche al di sotto, il tutto in un contesto ancora decisamente soleggiato per la persistenza dell’anticiclone con massimi sull’Europa centrale.
15 – 30 Novembre: prima autunno e poi primi freddi invernali
Nella seconda metà del mese, indicativamente tra il 15 ed il 22-25 Novembre, il blocco europeo cederà il posto al ritorno di basse pressioni nord-atlantiche in ingresso sul mediterraneo col ritorno del maltempo con piogge e temporali. Prime nevicate in appennino dal momento che le prime piogge verrebbero a scalzare aria più fredda della norma sul mediterraneo giunta la seconda settimana di Novembre, con fiocchi che potrebbero spingersi fin sui 1700-1800 metri. Temperature poi in rialzo, ma a fine mese il ritorno dell’anticiclone oceanico verso l’Europa potrebbe alimentare il maltempo mediterraneo con aria più fredda dal nord Europa e Scandinavia. Ulteriore calo termico, con temperature abbondantemente sotto la media e calo della quota neve in Appennino fin sotto i 1000 metri, contestualmente ad un graduale ritorno di un clima più secco.
Analisi sintetica della circolazione atmosferica (per esperti e curiosi)
Il mese si caratterizza per un netto rinforzo del vortice polare incominciato già alla fine di Ottobre. Questa virata dell’AO e NAM in positivo rispetto ai due precedenti mesi autunnali era immaginabile alla luce del concetto alla base dello studio di Badwin e Dunkerton sugli eventi stratosferici estremi (stratwarming e stratcooling): un evento stratosferico di un certo tipo nella stagione invernale è (statisticamente) anticipato da un’anomalia opposta del vortice polare. L’evidenza di un Settembre particolarmente variabile caratterizzato da NAM negativo, proseguito poi in Ottobre, lascia dunque presagire uno stratcooling in inverno.
Lo stratcooling prende forma nel momento in cui le onde Troposferiche non vanno più a rompersi in Stratosfera. Dato che l’unico modo per scaldarsi della regione polare nel semestre freddo è attraverso la rottura delle onde di Rossby, la mancanza di rotture d’onda troposferiche in Stratosfera fa si che quest’ultima continui a raffreddarsi radiativamente, e conseguentemente il vortice polare si rinforza. L’aumento del vento zonale medio in Stratosfera va a porre una sorta di barriera con la Troposfera, una cosiddetta “turning line” (2) che riflette le onde in arrivo dalla Troposfera isolando la Stratosfera. Il meccanismo dunque si amplifica, la turning line scende di quota fino al touch down con la risalita dell’AO e l’inizio del precondizionamento statistico dei 45-60 giorni.
Il rinforzo del vortice polare troposferico in corso si traduce quindi in una assenza di onde di Rossby troposferiche che viaggiano verso la Stratosfera, e questo potrebbe dare effetti sul NAM in Stratosfera nel corso del mese di Novembre che dunque dovrebbe salire, con raggiungimento della soglia di precondizionamento in Dicembre. Se da un lato dunque l’attuale rinforzo del vortice polare troposferico andrebbe a porre la Stratosfera in una condizione di stratcooling (inizio del TST event), è anche vero che nel frattempo in Troposfera potrà esserci un ritorno dell’attività d’onda prima del raggiungimento della soglia NAM di precondizionamento, questo è in realtà anche probabile.
Tornerà quindi un tempo più dinamico nella seconda parte del mese, e dato che l’EA in questa stagione fredda sta virando più spesso in negativo probabilmente per l’inizio degli effetti de La Nina sulla circolazione atmosferica la ripresa dell’attività d’onda potrebbe tradursi in alcune fasi in spostamenti dell’anticiclone coi massimi verso il nord Atlantico e Scandinavia. In tal frangente aria fredda artica raggiunge il Mediterraneo con primi assaggi d’inverno e possibili nevicate fino in bassa montagna o persino collina sui settori adriatici esposti ai venti orientali, nonchè prime diffuse brinate sulla nostra regione. In avvio di inverno l’anticiclone tornerebbe poi in Europa con la partenza dello stratcooling e la discesa della turning line fino in Troposfera con effetti su Dicembre e Gennaio.
Lo stratcooling di per se è immaginabile in questa stagione invernale anche alla luce del fatto che esiste come evidenza dai dati della NAO media del trimestre gennaio-marzo, una ciclicità multidecennale sull’indice che si trova in un trend di discesa attualmente ma per questa stagione ancora intorno alla neutralità. La stratosfera poi entra in gioco nell’aiutare la NAO a mantenersi negativa o positiva nel corso delle settimane, e vedendo, come detto in precedenza, l’andamento dell’autunno, lo stratcooling sembrerebbe avvenire più ad inizio stagione, e dunque già Novembre comincerebbe a porre le basi per il suo sviluppo con un calo dell’attività d’onda verso la Stratosfera.
Note:
- Nella sezione Regime (analisi sintetica ad inizio articolo) si vuole dare una probabilità dello scenario meteorologico più probabile. Quelli di riferimento sul settore euro-atlantico sono 4: anticiclone groenlandese (associabile alla NAO-); zonale (associabile alla NAO+); promontorio atlantico (Atlantic Ridge); blocco scandinavo (Scandinavian Blocking). L’insieme di questi 4 pattern spiega il 55% della variabilità meteorologica euro-atlantica e se ne cerca una loro frequenza di occorrenza. La stagionale si basa dunque su queste 4 definizioni di scenari meteorologici, i cui risvolti climatici su scala continentale sono stati ampiamente studiati in letteratura. Una definizione ne viene data al seguente link https://confluence.ecmwf.int/display/FUG/Regime+Charts
- I concetti di critical line e turning line sono strettamente legati al profilo latitudinale di vento zonale medio. Nella normalità il vento zonale medio aumenta con la latitudine. Questo crea una variazione nell’ambiente in cui le onde di Rossby sono immerse, per un’onda che sale di latitudine. Se il vento zonale medio si fa troppo intenso, l’onda viene riflessa (tale latitudine di riflessione rappresenta una turning line). è possibile osservare gli anticicloni salire di latitudine e la loro ascesa venir bloccata dal passaggio di profonde vorticità polari. Viceversa se il vento zonale medio si indebolisce salendo di latitudine, è possibile trovare una critical line, una latitudine alla quale, se raggiunta dall’anticiclone, questo si rompe provocando quello che in gergo viene chiamato “taglio alla radice” dell’anticiclone che si è elevato di latitudine. Alla formazione di una critical line segue dunque l’isolamento di un’alta pressione polare. Di conseguenza se il vortice polare è molto debole e si associa ad un vento zonale medio piuttosto basso o persino invertito salendo di latitudine si formerà una critical line che solitamente si associa ad un pattern di NAO negativa, con l’isolamento di una cellula anticiclonica sulla Groenlandia. Questo si combina con il numero d’onda elevato (superiore a 5) che caratterizza una condizione di vento zonale medio debole. Le onde corte hanno velocità di gruppo positiva e viaggiano dunque da ovest verso est, questo si traduce in un moto verso est delle depressioni atlantiche (wave-breaking ciclonici). I pattern di Atlantic Ridge e Scandinavian Blocking che incontrano una critical line si portano dunque generalmente sulla Groenlandia evolvendo in una NAO negativa. Se il vortice polare ha una struttura regolare (vento zonale medio che aumenta salendo di latitudine) ma senza essere più forte della norma, le onde che viaggiano verso nord incontrano una turning line oltre i 70 nord che blocca la salita dell’anticiclone alle latitudini subpolari (wave-breaking anticiclonici), da cui la formazione dei pattern di Atlantic Ridge o Scandinavian Blocking. Questo si combina con un numero d’onda basso (compreso tra 2 e 4) che caratterizza una situazione di vento zonale medio vicino alla norma e la velocità di gruppo è negativa. Questi pattern evolvono solitamente da est ad ovest, e lo Scandinavian Blocking evolve in un Atlantic Ridge. Se il vortice polare è molto forte e il vento zonale medio è intenso, la turning line scende di latitudine all’Europa centrale (fino a 50-60 nord) e la riflessione d’onda blocca gli anticicloni sull’Europa meridionale, da cui il pattern di NAO+. Tale scenario ha numero d’onda 1, è lineare e l’attività d’onda è assente. Il concetto di critical e turning line è valido anche in riferimento al profilo altitudinale di vento zonale medio.
DISCLAIMER:
Questa previsione vuole dare un’indicazione probabilistica di cosa potrebbe avvenire, infatti solo i calcolatori sono in grado di darci l’esatto risultato finale e calcolare con precisione l’interazione tra tutte le forzanti climatiche in gioco