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Analisi meteo

Tendenza meteo Dicembre 2024: avvio di Inverno dinamico ma per quanto?

Resoconto termo-pluviometrico per l’andamento di Dicembre 2024

Condizione media più probabile

  • Temperatura: in media
  • Precipitazioni: sotto la media
  • Regime: NAO+; Atlantic Ridge (1)

Condizione di nevosità più probabile

  • Pianura (0 – 300 mslm): assente
  • Collina (300 – 600 mslm): moderatamente probabile

Accumulo totale più probabile di neve (sezione pertinente per la montagna)

  • Bassa montagna (600 – 1000 mslm):  scarsa o discreta (< 10 cm)
  • Media montagna (1000 – 1500 mslm): discreta (<20 cm)
  • Alta montagna (>1500 mslm): abbondante (fino a 40 cm sopra i 2000 mslm)

Analisi sintetica per la proiezione di Dicembre 2024

1 – 7 Dicembre 2024: calo termico

Con la fine del mese di novembre si accentua il cambiamento nella circolazione atmosferica in Europa, segnando un netto distacco dalle pesanti anomalie climatiche positive dell’anno precedente, causate dalla persistente presenza dell’anticiclone africano, anche in inverno. La prima settimana di dicembre 2024 sarà caratterizzata, in continuità con la sfuriata fredda di tramontana di fine novembre, da nuove incursioni di venti freddi provenienti da nord-est (vedi immagine 1).

Tuttavia, le basse pressioni in discesa dal Nord Europa tenderanno a dirigersi verso i mari occidentali italiani, diversamente da quanto osservato a novembre. Questo porterà a un ritorno di precipitazioni, sebbene di lieve entità, accompagnate da nevicate sull’Appennino sopra i ~1600 metri. Le temperature si manterranno leggermente inferiori alle medie stagionali, con brinate diffuse al mattino e massime comprese tra 10 e 13 gradi.

Immagine 1: venti di tramontana a più riprese sulla nostra regione

8 – 15 Dicembre: l’inverno alza i toni

A partire dal giorno dell’Immacolata, una nuova e più consistente discesa fredda dal Nord Europa, spostata ulteriormente verso ovest tra Italia e Spagna, porterà una prima fase di maltempo, con piogge e temporali sparsi. La quota neve salirà inizialmente al di sopra delle cime appenniniche laziali. L’evoluzione successiva rimane incerta: non è ancora possibile stabilire con precisione quanta neve cadrà e a quali quote.

Tuttavia, almeno fino a metà mese, il Mediterraneo rimarrà sotto l’influenza di una circolazione ciclonica attiva, mentre forti venti di tramontana manterranno le temperature significativamente sotto la media in alcune giornate (vedi immagine 2).

Immagine 2: Peggioramento invernale più significativo sulla nostra regione

 

Nevicate abbondanti potrebbero interessare l’Appennino in concomitanza con la risalita di fronti occlusi dai mari meridionali. Qualora la bassa pressione non si allontanasse troppo verso la Spagna, sarebbero possibili nevicate fino a quote collinari.

Verso metà mese, il maltempo e il freddo potrebbero attenuarsi, lasciando spazio a un ritorno dell’anticiclone, in un contesto ancora invernale, con diffuse gelate mattutine e temperature notturne vicine allo zero. Durante le giornate ventose e nuvolose, le massime potrebbero rimanere abbondantemente sotto i 10 gradi, specie in caso di nevicate collinari.

 

15 – 31 Dicembre: tendenzialmente stabile, seppur in un contesto invernale

Per la seconda parte del mese, le indicazioni meteorologiche non evidenziano una chiara variabilità, ma si prospetta il ritorno di un predominante regime anticiclonico, sebbene in un contesto ancora invernale, con frequenti gelate diffuse (vedi immagine 3). Non è da escludere, dopo il 20 dicembre, una nuova breve fase di maltempo seguita da aria fredda, simile allo scenario mostrato nell’immagine 2.

 

Immagine 3: scenario zonale con basse pressioni polari ma EA negativo. I massimi di geopotenziale sull’Europa centrale manterranno una blanda circolazione ciclonica attiva sui mari italiani con temperature in media o leggermente inferiori e cieli non sempre sereni, sebbene senza fenomeni.

Analisi sintetica della circolazione atmosferica (per esperti e curiosi)

Prima metà di Dicembre, vortice polare sempre più forte ma virata ad EA-

Il mese di Dicembre si caratterizza per un “definitivo” passaggio ad EA-, prendendo dunque le distanze dall’anomala circolazione atmosferica che ha caratterizzato quasi ininterrottamente il precedente anno e mezzo, specialmente la scorsa Estate e lo scorso Inverno. L’EA mensile sarà mediamente negativo, ecco quindi che dopo la prima settimana caratterizzata ancora da EA+ nella seconda settimana si assiste, contestualmente al proseguio di un po’ di attività d’onda e un suo temporaneo aumento, lo spostamento del massimo dell’anticiclone subtropicale dal sud Europa al nord Europa.

Il calo dell’EA andando verso l’Inverno era atteso in queste proiezioni, con un passaggio a La Nina che va sempre più prendendo forma, sebbene in forma debole. In concomitanza si osserva anche un aumento dell’indice AO in questo mese. Il vortice polare infatti è sempre più forte, e tale anomalia va concretizzandosi molto gradualmente dalla seconda metà di Ottobre. Questa è una delle ragioni per cui dopo un inizio di stagione variabile la situazione relativa alle precipitazioni si è rovesciata. Anche Dicembre sulla scia di Novembre risulterà dunque meno piovoso della norma, sebbene come già detto delle fasi di maltempo sono in vista, ma le giornate di pioggia saranno poche complessivamente all’interno del mese.

In termini di previsione di regimi, questo si tradurrà in un aumento dei regimi di NAO+ e Atlantic Ridge, entrambi associabili ad una condizione di vortice polare forte e di turning line ad alta latitudine (2). L’Atlantic Ridge sarà presente nei momenti di temporaneo aumento dell’attività d’onda, quando dunque il jet disteso lungo i paralleli associato al regime di NAO+ tenderà ad ondularsi temporaneamente, accompagnando le discese di aria fredda precedentemente nominate. Essendo di base il vortice polare forte, il maltempo mediterraneo sarà accompagnato sull’Italia principalmente da venti orientali e dunque in un contesto climatico asciutto per il Lazio nelle fasi più fredde, ma non è da escludere (questo ce lo potranno dire solo i modelli) che dell’instabilità possa coinvolgere anche il settore tirrenico a seconda dello sviluppo dei minimi di pressione sui mari italiani. Il clima risulterà dunque invernale, anche in fasi anticicloniche per la persistenza di un EA- che lascia i massimi distanti dall’Italia, sulle isole britanniche.

Seconda parte: apice di forza del vortice polare, ma stagione invernale al bivio

Nella seconda metà di dicembre, il vortice polare potrebbe raggiungere il suo massimo di intensità, con l’indice AO che potrebbe toccare valori di positività tra i più alti della stagione. A 10 hPa si sfiorerà la soglia di precondizionamento del NAM di +1.5, come indicato dalla letteratura scientifica (Baldwin e Dunkerton). Tuttavia, vi è il sospetto che questa lunga fase di vortice polare forte non sfoci necessariamente in uno stratcooling. Infatti, secondo lo stesso studio, la graduale intensificazione dell’anomalia positiva del NAM durante il tardo autunno è statisticamente un segnale precursore di uno stratwarming durante l’inverno (vedi immagine A).

Immagine A: Il pannello superiore mostra che uno stratwarming è preceduto da una graduale intensificazione del vortice polare nei 70 giorni antecedenti l’evento, oltre che da un netto calo del NAM troposferico tra i 10 e i 20 giorni precedenti, attribuibile a un temporaneo aumento dell’attività d’onda che si propaga fino alla stratosfera, avviando il TST-event.

Come già anticipato in altre analisi, la NAO media trimestrale di questa stagione, seguendo il trend multidecadale in calo, sarà probabilmente compresa tra +0.5 e -0.5, quindi sostanzialmente neutra (vedi immagine C).

Si osserva una crescita generale del NAM da ottobre a dicembre, senza tuttavia raggiungere la soglia di +1.5, in linea con il primo pannello dell’immagine A. Confrontando le due figure, si ipotizza che una forte attività d’onda troposferica possa svilupparsi intorno a Natale, avviando un TST-event responsabile di uno stratwarming. La terza decade del mese potrebbe quindi essere caratterizzata da un ulteriore irrigidimento delle temperature.
Immagine C: Dopo l’apice del 2015, la NAO media trimestrale gennaio-marzo mostra un trend discendente (grafico nero). Le anomalie climatiche dell’indice sono supportate dalla stratosfera, rendendo più probabili gli stratwarming nelle prossime stagioni.

 

Le fasi persistenti di NAO positiva o negativa sono spesso sostenute da anomalie stratosferiche, motivo per cui quest’inverno potrebbe essere influenzato da entrambi i fenomeni. Negli articoli autunnali si ipotizzava che uno stratcooling potesse verificarsi a partire dalla fine di novembre, influenzando dicembre e gennaio, ma il mancato superamento della soglia del NAM potrebbe aver evitato tale scenario. In questo contesto, è ragionevole attendersi uno stratwarming già a partire da gennaio.

Questa previsione è supportata anche dal grafico delle velocità zonali medie a 10 hPa, che mostra un comportamento tipico di segnale precursore di stratwarming (vedi immagine B): le velocità zonali, attualmente ben al di sopra della media, tendono a un netto calo nei membri dell’ensemble a lungo termine.

Immagine B: velocità zonali stratosferiche ora decisamente superiori alla norma, ma in calo in proiezione lungo termine

 

Poichè lo stratwarming prende il via da un’azione di forte disturbo troposferica, in cui lo sviluppo di un’intensa attività d’onda si propaga fino in Stratosfera, nella seconda parte del mese è lecito aspettarsi un nuovo temporaneo ma forte aumento dell’attività d’onda con una nuova ondata di maltempo invernale, cui si fa riferimento sopra, dopo il 20 del mese, che andrebbe poi a produrre lo stratwarming a cavallo tra Dicembre e Gennaio con ripercussioni sul primo mese del nuovo anno. Vi è la possibilità che anche l’attività d’onda in azione tra l’8 e il 15 possa rappresentare l’incipit di uno stratwarming, ma il determinismo ancora non ci fornisce indicazioni chiare e saranno necessari ulteriori aggiornamenti. Complessivamente dunque Dicembre risulterebbe ancora siccitoso, sebbene non come Novembre, ma decisamente più freddo del mese precedente e con temperature vicine alle medie storiche o anche leggermente inferiori nel caso vi fossero episodi di neve a bassa quota. Sebbene inoltre tale mese potrebbe mettere le basi per un successivo stratwarming, non si possono fare conclusioni sulle temperature dei mesi successivi in quanto in presenza di vortice polare debole se l’EA non si terrà in territorio negativo potremmo anche assistere in Gennaio ad un forte rialzo termico, sebbene magari accompagnato da più precipitazioni.

La tendenza per il trimestre Gennaio-Marzo dunque rimane ancora aperta e in valutazione a fine Dicembre.


Note:

  1. Nella sezione Regime (analisi sintetica ad inizio articolo) si vuole dare una probabilità dello scenario meteorologico più probabile. Quelli di riferimento sul settore euro-atlantico sono 4: anticiclone groenlandese (associabile alla NAO-); zonale (associabile alla NAO+); promontorio atlantico (Atlantic Ridge); blocco scandinavo (Scandinavian Blocking). L’insieme di questi 4 pattern spiega il 55% della variabilità meteorologica euro-atlantica e se ne cerca una loro frequenza di occorrenza. La stagionale si basa dunque su queste 4 definizioni di scenari meteorologici, i cui risvolti climatici su scala continentale sono stati ampiamente studiati in letteratura. Una definizione ne viene data al seguente link https://confluence.ecmwf.int/display/FUG/Regime+Charts
  2. I concetti di critical line e turning line sono strettamente legati al profilo latitudinale di vento zonale medio. Nella normalità il vento zonale medio aumenta con la latitudine. Questo crea una variazione nell’ambiente in cui le onde di Rossby sono immerse, per un’onda che sale di latitudine. Se il vento zonale medio si fa troppo intenso durante la propagazione dell’onda verso il polo, questa viene riflessa (tale latitudine di riflessione rappresenta una turning line). è possibile osservare gli anticicloni salire di latitudine e la loro ascesa venir bloccata dal passaggio di profonde vorticità polari (comportamento tipico dello Scand Block, in misura minore dell’Atlantic Ridge, wave-breaking anticiclonici). Viceversa se il vento zonale medio si indebolisce salendo di latitudine, è possibile trovare una critical line, una latitudine alla quale, se raggiunta dall’anticiclone, questo si rompe provocando quello che in gergo viene chiamato “taglio alla radice” dell’anticiclone che si è elevato di latitudine. Alla formazione di una critical line segue dunque l’isolamento di un’alta pressione polare. Di conseguenza se il vortice polare è molto debole e si associa ad un vento zonale medio piuttosto debole o persino invertito ad alta latitudine. La critical line solitamente si associa ad un pattern di NAO negativa, con l’isolamento di una cellula anticiclonica sulla Groenlandia e mar del Labrador. Questo si combina con il numero d’onda elevato (superiore a 5) che caratterizza una condizione di vento zonale medio debole alle medie latitudini. Le onde corte hanno velocità di gruppo positiva e viaggiano dunque da ovest verso est, questo si traduce in un moto verso est delle depressioni atlantiche (wave-breaking ciclonici) con clima umido e tempestoso specie sull’Europa centrale. Aria calda o molto calda può giungere sull’Italia dalle latitudini tropicali. Il forte vento zonale medio alle alte latitudini che caratterizza i pattern di Scand Block e Atlantic Ridge si associa ad un numero d’onda emisferico basso (compreso tra 2 e 4)  e la velocità di gruppo zonale delle Rossby è negativa. Questi pattern evolvono quindi solitamente da est ad ovest, e lo Scandinavian Blocking evolve in un Atlantic Ridge. Se il vortice polare è molto forte e il vento zonale medio rinforza ulteriormente, la turning line scende di latitudine all’Europa centrale (fino a 50-60 nord) e la riflessione d’onda blocca gli anticicloni sull’Europa meridionale, da cui il pattern di NAO+. Tale scenario ha numero d’onda 1, è lineare e l’attività d’onda è assente. Il concetto di critical e turning line è valido anche in riferimento al profilo altitudinale di vento zonale medio.

DISCLAIMER:

Questa previsione vuole dare un’indicazione probabilistica di cosa potrebbe avvenire, infatti solo i calcolatori sono in grado di darci l’esatto risultato finale e calcolare con precisione l’interazione tra tutte le forzanti climatiche in gioco

Claudio Giulianelli