Tendenza meteo Gennaio 2025: scenari invernali in vista, ma ancora elevata incertezza
Resoconto termo-pluviometrico per l’andamento di Gennaio 2025
Condizione media più probabile
- Temperatura: in media
- Precipitazioni: in media
- Regime: NAO-; Scand Block (1)
Condizione di nevosità più probabile
- Pianura (0 – 300 mslm): poco probabile
- Collina (300 – 600 mslm): moderatamente probabile
Accumulo totale più probabile di neve (sezione pertinente alla montagna)
- Bassa montagna (600 – 1000 mslm): scarsa o discreta (< 10 cm)
- Media montagna (1000 – 1500 mslm): discreta (<20 cm)
- Alta montagna (>1500 mslm): relativamente abbondante (fino a 40 cm sopra i 2000 mslm)
Analisi sintetica per la proiezione di Gennaio 2025
1 – 10 Gennaio: caldo umido
Nella prima decade di gennaio lo scenario meteorologico persistente sarà caratterizzato in Italia e sulla nostra regione, da un flusso di venti atlantici di natura frequentemente subtropicale. Ad intervalli dei fronti porteranno delle precipitazioni difficilmente nevose anche sulle vette dei nostri monti nel momento di maggior apporto di umidità, mentre delle deboli nevicate successive al passaggio della perturbazione potranno scendere a tratti sin sui 1500 metri. Le temperature potranno salire molto specie nei valori minimi, risultando più tipiche di metà autunno con valori anche superiori ai 10 gradi e massime diffusamente fin sui 16-17 nelle giornate soleggiate caratterizzate da una maggior presenza dell’anticiclone africano. Al momento episodi di caldo record sembrano poco probabili.
10 – 17 Gennaio: freddo in arrivo?
Non è da escludere che dall’8-10 Gennaio l’anticiclone sulla Groenlandia sul mar di Norvegia. In tal frangente una massa d’aria decisamente fredda potrebbe scendere dal mar Baltico sull’Italia. Sulla nostra regione in tal modo potremmo avere anche delle nevicate sui rilievi fino a quote di collina (immagine 1). Vige anche l’ipotesi di una blanda circolazione da est con venti sostenuti dai quadranti orientali ma temperature nella media o sopra e generalmente soleggiato. Saranno necessari ulteriori aggiornamenti.
Fine mese: ipotesi
La situazione risulta ancora impredicibile anche nei suoi tratti generali, ma si possono fare delle ipotesi: è possibile che il clima permanga siccitoso e con temperature in aumento a riportarsi nelle medie o un po’ al di sopra per l’instaurarsi di un vasto anticiclone Europeo. Sin verso fine mese i massimi dell’alta pressione a nord dell’Italia garantirebbero il mantenimento di un clima mite ma non fatto di caldo estremo. Questa seconda eventualità sarebbe possibile qual ora questo anticiclone portasse i suoi massimi tra mediterraneo ed Europa orientale, ipotesi al momento meno probabile.
Analisi sintetica della circolazione atmosferica (per esperti e curiosi)
Prima metà di Gennaio, aumento dell’attività d’onda
Per il primo trimestre del 2025 ci si aspettava in questa sede uno stratwarming che invece ancora sembra lontano dal concretizzarsi. Ciononostante la Stratosfera si trova in una sorta di condizione di neutralità, dove neanche lo stratcooling, nonostante il superamento della soglia NAM di +1.5, si è verificato. Infatti dal diagramma del NAM sulla colonna non si evince la classica propagazione del segnale del TST event per lo stratcooling (immagine A). Il NAM positivo in Stratosfera non ha origini troposferiche, le fasi positive di NAM in troposfera sono per temporanei cali dell’attività d’onda troposferica
Immagine A: Il NAM previsto sin verso il 15 Gennaio. Continuano a manifestarsi in Troposfera onde di Rossby di grande ampiezza che rendono il NAM negativo, mentre permane positivo in Stratosfera. Questo vuol dire anche che la Stratosfera continua a riflettere le onde Troposferiche, ulteriormente provato dal vento zonale medio previsto a 10 hpa sopra la norma ed a tratti estremo
In questa situazione dunque il vortice polare stratosferico rimane più forte della norma, ma in Troposfera continua comunque l’attività delle onde di Rossby. Già da prima di Natale i modelli avevano inquadrato per la prima decade di Gennaio un forte aumento dell’attività d’onda che però andrà concretizzandosi entro l’epifania in una rottura d’onda ciclonica sull’Atlantico con la formazione della ormai ben nota figura barica dell’anticiclone Groenlandese, che abbassa di latitudine la corrente a getto sull’oceano. Flussi di vapore e aria calda subtropicale dunque dalle basse latitudini dell’oceano Atlantico viaggeranno verso l’Europa entro l’Epifania, alimentando una profonda depressione sulla isole Britanniche e con temperature in forte aumento su tutta l’Europa centro-meridionale, con passaggio di alcuni poco organizzati fronti atlantici sull’Italia.
La deriva degli anticicloni verso la Groenlandia consegue alla formazione di una linea critica (2) concomitante con l’abbassamento di latitudine del jet. Questo schema rende l’EA fortemente positivo, in linea col trend di aumento di tale indice in prosecuzione almeno dagli anni 70 (immagine B). Le ragioni di questo comportamento del jet (ossia la sua discesa di latitudine) potrebbero plausibilmente nascondersi nell’eccessivo riscaldamento dell’oceano Atlantico (via equazione del bilancio termodinamico) causato indirettamente dal riscaldamento globale (un approfondimento qui https://www.meteoregionelazio.it/2024/11/10/il-clima-in-italia-analisi-attuale-e-previsioni-per-il-futuro-in-ottica-di-cambiamento-climatico/).
Immagine B: EA medio trimestrale in media mobile: in aumento dal 1950, in questi ultimi mesi in temporaneo calo (ultimi 3 valori del grafico)
La Nina, che si trova all’incirca ora al suo apice, tende ad alzare il jet di latitudine ed il suo effetto sul mese di Dicembre è stato vincente, un mese caratterizzato per la quasi totalità da anticicloni nord atlantici e nord europei. Proprio perchè, però, l’abbassamento latitudinale del jet forzato dall’oceano in questi anni sta diventando evidente, nonostante la Nina è lecito aspettarsi scenari come quello previsto nella prima settimana di Gennaio, caratterizzati da un jet molto basso di latitudine. La Nina comunque dovrebbe riuscire a tenere l’EA medio del trimestre dicembre-febbraio vicino alla neutralità, quindi non è realistico pensare che l’anticiclone sulla Groenlandia possa persistere.
Dalla seconda decade gli effetti de La Nina tornano a farsi sentire con più convinzione: si rafforza l’anomalia negativa della temperatura delle acque sul Pacifico, supportata dalla circolazione atmosferica. L’anomalia di momento angolare (AAM) andrà in negativo (non mostrato), indicando quindi una circolazione atmosferica improntata a blocchi delle medie latitudini (infatti un difetto di momento angolare indica che il jet ha meno velocità angolare di rotazione attorno all’asse terrestre, ossia appare meno disteso lungo i paralleli e più oscillante). Questo è confermato anche dalle proiezioni del Global Wind Oscillation che si porta nelle fasi 1 e 2 indicatrici di una riattivazione del flusso di momento zonale verso il polo (non mostrato), con spostamento quindi del jet di nuovo molto a nord e anticicloni in sviluppo sul nord Europa (costruzione di una turning line a sostituire la critical line di inizio mese (2), grazie ad una nuova ripresa del vento zonale medio alle alte latitudini). In tal frangente, data l’attività d’onda che sembra mantenersi alta ancora a lungo, un’ondata di freddo degna di nota sarebbe possibile a seguito del caldo o gran caldo di inizio mese. Un passaggio ad anticiclone scandinavo dopo questa prima metà di mese caratterizzata da indice NAO nettamente negativo rappresenterebbe dunque anche un parziale recupero verso la positività dell’indice, che per questa stagione dovrebbe risultare circa neutro nella media trimestrale Gennaio-Marzo. Alla luce di queste riflessioni, dopo una prima decade con EA+ e aria subtropicale sembra plausibile in seconda decade il trasferimento dell’anticiclone sulla Groenlandia verso est producendo velocemente un vasto anticiclone tra nord Atlantico e nord Europa, con calo delle temperature sull’Italia che potrebbe essere anche forte ed associato a precipitazioni nevose a bassa quota in alcune fasi.
L’AAM dovrebbe rimanere negativo sin verso la fine di Gennaio, suggerendo la persistenza di un jet alto e un EA- ma non si ha informazione sulla possibilità che questo anticiclone, remissivo verso metà mese, possa tornare a spingere verso le alte latitudini in seguito con conseguente ulteriore discesa fredda oppure se un eventuale eccessivo rinforzo del vento zonale medio (a causa di trasmissioni di segnale dalla Stratosfera dove vi è un vortice polare forte) possa abbassare l’anticiclone sull’Europa centrale, portando dunque un clima secco e a tratti mite sull’Italia
Complessivamente quindi il mese risulterebbe con EA medio mensile neutro, in linea con l’abbassamento dell’indice forzato da La Nina
Note:
- Nella sezione Regime (analisi sintetica ad inizio articolo) si vuole dare una probabilità dello scenario meteorologico più probabile. Quelli di riferimento sul settore euro-atlantico sono 4: anticiclone groenlandese (associabile alla NAO-); zonale (associabile alla NAO+); promontorio atlantico (Atlantic Ridge); blocco scandinavo (Scandinavian Blocking). L’insieme di questi 4 pattern spiega il 55% della variabilità meteorologica euro-atlantica e se ne cerca una loro frequenza di occorrenza. La stagionale si basa dunque su queste 4 definizioni di scenari meteorologici, i cui risvolti climatici su scala continentale sono stati ampiamente studiati in letteratura. Una definizione ne viene data al seguente link https://confluence.ecmwf.int/display/FUG/Regime+Charts
- I concetti di critical line e turning line sono strettamente legati al profilo latitudinale di vento zonale medio. Nella normalità il vento zonale medio aumenta con la latitudine. Questo crea una variazione nell’ambiente in cui le onde di Rossby sono immerse, per un’onda che sale di latitudine. Se il vento zonale medio si fa troppo intenso durante la propagazione dell’onda verso il polo, questa viene riflessa (tale latitudine di riflessione rappresenta una turning line). è possibile osservare gli anticicloni salire di latitudine e la loro ascesa venir bloccata dal passaggio di profonde vorticità polari (comportamento tipico dello Scand Block, in misura minore dell’Atlantic Ridge, wave-breaking anticiclonici). Viceversa se il vento zonale medio si indebolisce salendo di latitudine, è possibile trovare una critical line, una latitudine alla quale, se raggiunta dall’anticiclone, questo si rompe provocando quello che in gergo viene chiamato “taglio alla radice” dell’anticiclone che si è elevato di latitudine. Alla formazione di una critical line segue dunque l’isolamento di un’alta pressione polare. Di conseguenza se il vortice polare è molto debole e si associa ad un vento zonale medio piuttosto debole o persino invertito ad alta latitudine. La critical line solitamente si associa ad un pattern di NAO negativa, con l’isolamento di una cellula anticiclonica sulla Groenlandia e mar del Labrador. Questo si combina con il numero d’onda elevato (superiore a 5) che caratterizza una condizione di vento zonale medio debole alle medie latitudini. Le onde corte hanno velocità di gruppo positiva e viaggiano dunque da ovest verso est, questo si traduce in un moto verso est delle depressioni atlantiche (wave-breaking ciclonici) con clima umido e tempestoso specie sull’Europa centrale. Aria calda o molto calda può giungere sull’Italia dalle latitudini tropicali. Il forte vento zonale medio alle alte latitudini che caratterizza i pattern di Scand Block e Atlantic Ridge si associa ad un numero d’onda emisferico basso (compreso tra 2 e 4) e la velocità di gruppo zonale delle Rossby è negativa. Questi pattern evolvono quindi solitamente da est ad ovest, e lo Scandinavian Blocking evolve in un Atlantic Ridge. Se il vortice polare è molto forte e il vento zonale medio rinforza ulteriormente, la turning line scende di latitudine all’Europa centrale (fino a 50-60 nord) e la riflessione d’onda blocca gli anticicloni sull’Europa meridionale, da cui il pattern di NAO+. Tale scenario ha numero d’onda 1, è lineare e l’attività d’onda è assente. Il concetto di critical e turning line è valido anche in riferimento al profilo altitudinale di vento zonale medio.
DISCLAIMER:
Questa previsione vuole dare un’indicazione probabilistica di cosa potrebbe avvenire, infatti solo i calcolatori sono in grado di darci l’esatto risultato finale e calcolare con precisione l’interazione tra tutte le forzanti climatiche in gioco