Tendenza meteo Febbraio 2025: l’inverno cerca di riprendersi il suo posto
Resoconto termo-pluviometrico per l’andamento di Febbraio 2025
Condizione media più probabile
- Temperatura: sopra la media
- Precipitazioni: in media
- Regime: NAO-; Scand Block (1)
Condizione di nevosità più probabile
- Pianura (0 – 300 mslm): poco probabile
- Collina (300 – 600 mslm): moderatamente probabile
Accumulo totale più probabile di neve (sezione pertinente alla montagna)
- Bassa montagna (600 – 1000 mslm): scarsa o discreta (< 10 cm)
- Media montagna (1000 – 1500 mslm): discreta o relativamente abbondante (<30 cm)
- Alta montagna (>1500 mslm): abbondante (fino a 50 cm sopra i 2000 mslm)
Analisi sintetica per la proiezione di Febbraio 2025
1 – 15 Febbraio: temperature in calo. Neve in arrivo?
Nella prima metà del nuovo mese l’anticiclone delle Azzorre tornerà a spingersi con una certa insistenza verso il nord Europa (immagine 3). In tal frangente masse d’aria fredda dalla Russia si metteranno in marcia verso l’Europa, dove appare ormai molto probabile un netto calo termico sul settore centrale. La situazione per l’Italia rimane ancora incerta e saranno necessari ulteriori aggiornamenti nei prossimi giorni, ma tendenzialmente anche sulla nostra regione scenderanno le temperature e non è da escludere che il freddo in avvicinamento alle Alpi possa produrre un peggioramento del tempo anche sul centro Italia per la formazione di un minimo di bassa pressione. In tal caso le precipitazioni potrebbero risultare nevose sulla nostra regione sopra i 1000 metri ma con la possibilità (al momento piuttosto bassa) sul nord del Lazio di nevicate collinari. Al momento tale possibilità sembrerebbe maggiore dopo l’8 Febbraio ed in tale eventualità le temperature andrebbero sotto la media su tutta la regione. Nel caso in cui invece non si organizzasse un’ondata di maltempo, si avrebbero giornate in genere soleggiate con un rientro nelle medie o leggermente al di sotto, accompagnate da ventilazione dai quadranti settentrionali (quindi ritorno di massime inferiori ai 10 gradi in collina e poco superiori in pianura, con gelate notturne più o meno diffuse). Sin verso la metà del mese la situazione sembra rimanere invariata.
Seconda metà di Febbraio: forti sbalzi termici?
Nella seconda metà del mese l’anticiclone scandinavo tenterà di spostarsi ulteriormente nel cuore dell’Artico (Immagine A).
Immagine A: Pressione alta anche a nord dell’Islanda e in pieno Artico, anticiclone molto settentrionale
Questo lascerà l’Europa centro-meridionale esposta sia ai venti atlantici caldi e umidi sia ad ulteriori discese di aria molto fredda dall’alta Russia verso l’Europa centrale. Data l’elevata incertezza è impossibile dire quali saranno gli esatti risvolti, ma in questa situazione è probabile che, rispetto alla prima metà del mese, l’anticiclone in posizione troppo settentrionale sul nord Europa possa lasciare spazio, almeno in alcune fasi di più giorni, all’invasione delle depressioni atlantiche sul nostro continente secondo uno schema ormai molto frequente. In tal frangente ondate di calore (per il periodo) dal nord Africa sarebbero possibili con temperature che in alcuni giorni sembrerebbero più tipiche di Aprile che di Febbraio, accompagnate da umidi venti di libeccio o secchi di scirocco e piogge non frequenti ma abbondanti e forti in caso di maltempo. Da valutare in questa fase se sarà possibile una ulteriore ondata di freddo in Europa subito dopo metà mese o anche verso fine mese (in entrambi i casi, come per la prima metà di Febbraio, è necessario seguire tutti gli aggiornamenti per valutare di volta in volta se il freddo riuscirà a spingersi sufficientemente a sud anche sulla nostra regione)
Analisi sintetica della circolazione atmosferica (per esperti e curiosi)
Prima metà di Febbraio, vortice polare forte ma in graduale indebolimento
Il mese di Gennaio si è chiuso con una graduale risalita dell’indice NAO e con un riaccorpamento del vortice polare che ha raggiunto il suo apice gli ultimi giorni del mese. Inoltre questa intensificazione del vento zonale medio si è associata a rotture d’onda cicloniche con un potente jet stream in uscita dagli USA che si è tenuto basso di latitudine, entrando direttamente tra l’Irlanda e il Portogallo. Il risultato è stata una potente avvezione di aria subtropicale direttamente sul Mediterraneo che ci ha fatto sperimentare temperature estreme in quest’ultima parte del mese. Tale comportamento del jet sta diventando molto frequente, ma dai primi di Febbraio la circolazione atmosferica sta tornando a mostrare più similitudini col mese di Dicembre: infatti il potente jet in arrivo dall’oceano Atlantico sta cominciando a ritirarsi verso nord, le rotture d’onda tornano a farsi anticicloniche e dunque l’EA torna a scendere. Il risultato è la formazione di un primo anticiclone sull’Artico russo sin dai primi giorni del mese, il che rappresenta anche un nuovo calo per il NAM a 500 hpa (regime di Scand Block che accompagnerà tutta la prima metà di Febbraio (1) grazie alla presenza ancora persistente di una turning line (2) alle alte latitudini). Nel corso dei giorni tale anticiclone verrà sempre più alimentato e rinforzato, spostandosi lentamente verso ovest, segno del fatto che le velocità zonali medie tornano a diminuire. In questa fase l’indice NAO (immagine 4) permane ampiamente positivo, in calo graduale andando verso metà mese.
Nelle immagini che seguono (1, 2 e 3), confrontate, si può vedere lo spostamento del jet verso nord:
Immagine 1: jet a fine Gennaio (individuabile nella zona di forte gradiente di geopotenziale a 500 hpa) in ingresso su Spagna e Francia, gran caldo verso l’Italia.
Immagine 2: jet in netto rialzo i primi di Febbraio in un contesto di vortice polare ancora forte ma con NAM in calo
Immagine 3: anticiclone Scandinavo in spostamento graduale verso l’Islanda andando verso metà Febbraio, segno che il vortice polare continua ad indebolirsi lentamente
Seconda metà di Febbraio, forte aumento dell’attività d’onda
Immagine 4: indice NAO ampiamente positivo contestualmente alla presenza dello Scand Block ma in calo andando verso metà Febbraio, segno che tutti i membri dell’ensemble sono concordi ad uno spostamento dell’anticiclone sul nord Atlantico
Nella seconda metà di Febbraio sembra probabile che l’anticiclone scandinavo possa puntare direttamente verso il nord della Groenlandia, tentando di ricongiungersi con un anticiclone sull’Alaska (immagine 5).
Immagine 5: tentativo di scissione in due lobi, uno americano e uno asiatico, del vortice polare
Se l’azione a tenaglia dei due anticicloni dovesse portare ad una rottura del vortice polare in due lobi, non è da escludere che vi possa essere una immediata propagazione dello split in Stratosfera. Altrimenti il vortice polare stratosferico potrebbe rimanere sostanzialmente integro (un attacco a due onde in Stratosfera sembra comunque essere atteso) e successivamente tornerebbe a ricentrarsi sul polo dopo l’evento di displacement. Anche su questo aspetto c’è incertezza, l’ensemble di ECMWF infatti vede un tracollo delle velocità zonali a 10 hpa attorno a metà Febbraio come conseguenza della forte attività d’onda troposferica, ma solo pochissimi membri dell’ensemble vedono una netta inversione del vento zonale medio (immagine 6).
Immagine 6: velocità zonali a 10 hpa in crollo poco prima di metà Febbraio in concomitanza con l’azione congiunta troposferica dell’anticiclone sull’Alaska e sul nord Europa. Sono davvero pochi al momento i membri dell’ensemble che scendono sotto lo 0, l’evento potrebbe dunque essere di tipo displacement o uno split fortemente asimmetrico con il vortice polare stratosferico che rimane sostanzialmente integro. In tal frangente il suo successivo riaccentramento sulla sua sede naturale spiegherebbe il successivo rimbalzo delle velocità zonali verso l’alto dopo metà mese
Segno del fatto che lo split secondo il modello allo stato attuale risulta improbabile. In tal caso il successivo rinforzo del vortice polare stratosferico ci porterebbe poi direttamente alla fine della stagione invernale. L’azione a due onde in Troposfera attorno al 14 del mese lascerebbe l’Europa più scoperta dagli anticicloni, col rischio che l’EA possa tornare positivo (con l’eccessivo spostamento verso nord e isolamento di un’alta pressione polare, potrebbe tornare a formarsi una critical line (2) alle alte latitudini) e le depressioni atlantiche di nuovo ad invadere l’Europa con ondate di calore specie sul settore mediterraneo. Con un vortice polare invaso dagli anticicloni però l’incertezza diventa molto grande e la circolazione atmosferica molto movimentata, con la possibilità che si possa passare da ondate di caldo ad ondate di freddo nel giro di poche ore.
Immagine 7: NAM in forte calo attorno a metà Febbraio specie in Troposferacome conseguenza dell’azione a tenaglia tra l’anticiclone sull’Alaska e quello europeo, NAM in calo anche alle quote superiori, sebbene poco rilevante in questa mappa (run 00z di GFS del 2 Febbraio). Rimane dunque da valutare l’eventuale propagazione verticale, lo split risulta improbabile al momento.
Uno scenario possibile è il seguente: dopo il 14 Febbraio, l’anticiclone scandinavo si porta tra Islanda e Groenlandia. Una massiccia irruzione di aria fredda in discesa ora dal mar Baltico sull’Europa centrale potrebbe portare un coinvolgimento più incisivo anche del Mediterraneo, dopo che nella prima metà del mese l’Italia sembra rimanere ai margini. In questa fase la NAO scenderebbe in negativo mantenendo però anche l’EA ancora in negativo. Andando verso il 20 l’ulteriore spostamento degli anticicloni sul cuore dell’Artico sarebbe reso possibile all’intensificazione dei cicloni Atlantici che marcerebbero verso le isole britanniche con NAO ancora nettamente negativa ma forte risalita dell’EA e caldo in arrivo sull’Italia dopo alcuni giorni di neve e freddo diffusi sul centro-nord. Verso fine mese poi non è da escludere che dopo l’ondata di caldo possano esserci altri tentativi di freddo nel momento in cui l’anticiclone polare viene rimosso e il jet torna a rinforzarsi. In questa seconda parte del mese, l’eccessiva spinta verso nord dell’anticiclone, con tendenza a formazione di antizonalità alle alte latitudini tipico del nuovo clima, viene contrastata da La Nina che invece tende a mantenere la zonalità alle alte latitudini. Se la sua azione di fondo sarà sufficiente, l’idea di base è che l’anticiclone scandinavo resisterà per più tempo sul nord Europa prima di scapparsene via nel cuore dell’Artico, consentendo al freddo in discesa dal Baltico di scendere fin sull’Europa centro-meridionale prima dell’arrivo definitivo delle depressioni oceaniche in Europa col loro carico di calore. Infatti è lecito pensare che l’EA medio del mese di Febbraio non scenda sotto la neutralità nell’era climatica attuale, e poichè la prima parte del mese farà segnare un valore nettamente negativo è lecito attendersi un aumento dell’EA nella seconda parte del mese.
Note:
- Nella sezione Regime (analisi sintetica ad inizio articolo) si vuole dare una probabilità dello scenario meteorologico più probabile. Quelli di riferimento sul settore euro-atlantico sono 4: anticiclone groenlandese (associabile alla NAO-); zonale (associabile alla NAO+); promontorio atlantico (Atlantic Ridge); blocco scandinavo (Scandinavian Blocking). L’insieme di questi 4 pattern spiega il 55% della variabilità meteorologica euro-atlantica e se ne cerca una loro frequenza di occorrenza. La stagionale si basa dunque su queste 4 definizioni di scenari meteorologici, i cui risvolti climatici su scala continentale sono stati ampiamente studiati in letteratura. Una definizione ne viene data al seguente link https://confluence.ecmwf.int/display/FUG/Regime+Charts
- I concetti di critical line e turning line sono strettamente legati al profilo latitudinale di vento zonale medio. Nella normalità il vento zonale medio aumenta con la latitudine. Questo crea una variazione nell’ambiente in cui le onde di Rossby sono immerse, per un’onda che sale di latitudine. Se il vento zonale medio si fa troppo intenso durante la propagazione dell’onda verso il polo, questa viene riflessa (tale latitudine di riflessione rappresenta una turning line). è possibile osservare gli anticicloni salire di latitudine e la loro ascesa venir bloccata dal passaggio di profonde vorticità polari (comportamento tipico dello Scand Block, in misura minore dell’Atlantic Ridge, wave-breaking anticiclonici). Viceversa se il vento zonale medio si indebolisce salendo di latitudine, è possibile trovare una critical line, una latitudine alla quale, se raggiunta dall’anticiclone, questo si rompe provocando quello che in gergo viene chiamato “taglio alla radice” dell’anticiclone che si è elevato di latitudine. Alla formazione di una critical line segue dunque l’isolamento di un’alta pressione polare. Di conseguenza se il vortice polare è molto debole e si associa ad un vento zonale medio piuttosto debole o persino invertito ad alta latitudine. La critical line solitamente si associa ad un pattern di NAO negativa, con l’isolamento di una cellula anticiclonica sulla Groenlandia e mar del Labrador. Questo si combina con il numero d’onda elevato (superiore a 5) che caratterizza una condizione di vento zonale medio debole alle medie latitudini. Le onde corte hanno velocità di gruppo positiva e viaggiano dunque da ovest verso est, questo si traduce in un moto verso est delle depressioni atlantiche (wave-breaking ciclonici) con clima umido e tempestoso specie sull’Europa centrale. Aria calda o molto calda può giungere sull’Italia dalle latitudini tropicali. Il forte vento zonale medio alle alte latitudini che caratterizza i pattern di Scand Block e Atlantic Ridge si associa ad un numero d’onda emisferico basso (compreso tra 2 e 4) e la velocità di gruppo zonale delle Rossby è negativa. Questi pattern evolvono quindi solitamente da est ad ovest, e lo Scandinavian Blocking evolve in un Atlantic Ridge. Se il vortice polare è molto forte e il vento zonale medio rinforza ulteriormente, la turning line scende di latitudine all’Europa centrale (fino a 50-60 nord) e la riflessione d’onda blocca gli anticicloni sull’Europa meridionale, da cui il pattern di NAO+. Tale scenario ha numero d’onda 1, è lineare e l’attività d’onda è assente. Il concetto di critical e turning line è valido anche in riferimento al profilo altitudinale di vento zonale medio.
DISCLAIMER: Questa previsione vuole dare un’indicazione probabilistica di cosa potrebbe avvenire, infatti solo i calcolatori sono in grado di darci l’esatto risultato finale e calcolare con precisione l’interazione tra tutte le forzanti climatiche in gioco