Tendenza meteo Marzo 2025: avvio di Primavera con temperature sopra la media e poca neve in Appennino?
Marzo 2025 tra caldo anomalo e poca neve: cosa aspettarsi
Resoconto termo-pluviometrico per l’andamento di Marzo 2025
Condizione media più probabile
- Temperatura: sopra la media
- Precipitazioni: in media
- Regime: NAO-; Atlantic Ridge (1)
Condizione di nevosità più probabile
- Pianura (0 – 300 mslm): assente
- Collina (300 – 600 mslm): assente
Accumulo totale più probabile di neve (sezione pertinente alla montagna)
- Bassa montagna (600 – 1000 mslm): scarsa (< 5 cm)
- Media montagna (1000 – 1500 mslm): scarsa o discreta (<10 cm)
- Alta montagna (>1500 mslm): modesta (10-20 cm)
Analisi sintetica per la proiezione di Marzo 2025
1 – 20 Marzo: clima sempre mite con punte ampiamente sopra la media
La prima parte di Marzo l’anticiclone sarà spesso presente mantenendo le temperature sia nei valori massimi che in quelli minimi sopra le medie stagionali. Delle fasi più umide saranno possibili ma con venti molto caldi provenienti dalle basse latitudini dell’oceano Atlantico, per cui eventuali fasi di maltempo risulterebbero accompagnate da piogge fin sulle vette del nostro Appennino al passaggio delle perturbazioni (quota neve sui 2000 metri o oltre). In tal frangente, analogamente a quanto successo in Febbraio, c’è la possibilità che tali flussi di vapore possano portare temporali marittimi insoliti per il periodo. Al momento un guasto del tempo risulterebbe più probabile in questa fase tra il 10 ed il 15 del mese. Valori termici nelle fasi soleggiate generalmente compresi tra 14 e 17 gradi nei valori diurni, tra 5 e 8 gradi i valori notturni con gelate e brinate relegate alle vallate fluviali delle zone interne.
20 – 31 Marzo: clima più dinamico?
Nella terza decade del mese il maltempo potrebbe avere la meglio. Non è da escludere che dell’aria fredda in discesa dal nord Europa o dal nord Atlantico possa raggiungere l’Italia in un primo momento, con neve in calo sin sotto i 1000 metri e qualche giornata invernale con massime in calo generalmente sugli 8-12 gradi e valori notturni sui 2-5 gradi con brinate diffuse e qualche gelata in più in montagna e pianura. Il ritorno delle correnti atlantiche dalle basse latitudini dell’oceano però sarebbe veloce, con altro maltempo e quota neve in rialzo oltre la media montagna (sopra i 1500 metri) e non è da escludere che primi venti africani in questa decade possano raggiungere la nostra regione sia prima che dopo l’eventuale fase invernale, con temperature che tornerebbero a superare i 20 gradi nei valori diurni specie in pianura.
Analisi sintetica della circolazione atmosferica (per esperti e curiosi)
Prime due decadi di Marzo, vortice polare ancora forte
A dispetto di quanto atteso nella tendenza mensile di Febbraio, il vortice polare non ha ceduto forza per tutto il proseguio di stagione e continuerà anche in questa prima parte di Marzo a dominare la scena (Immagine 1). A tutte le quote dunque le basse pressioni polari appariranno vigorose e gli anticicloni saranno generalmente distesi alle basse latitudini Europee. Generalmente il tutto sarà accompagnato da un clima caldo con temperature sopra la media, ma senza caldo estremo in questa prima decade per la presenza di un EA negativo, ossia i massimi dell’alta pressione saranno sulle isole britanniche ed Europa centrale richiamando venti dai quadranti orientali sull’Italia. Dopo il 10 del mese temperature però in ulteriore rialzo per l’approfondimento di una depressione in oceano che richiamerà aria subtropicale verso l’Europa. In questa fase un primo tentativo di disturbo del vortice polare troposferico potrebbe andare in porto, contestualmente ad un primo evento di stratwarming. L’approfondimento di questo vortice, associabile ad un ritorno dell’EA in positivo, oltre a portare un rialzo termico potrebbe però riuscire ad entrare anche nel mediterraneo sempre in un contesto mite, apportando precipitazioni che con apporti di vapore dall’Atlantico potrebbero anche risultare insolitamente forti per il periodo con temporali. Un successivo ripristino dell’anticiclone sembra possibile, accompagnato da masse d’aria di natura anche subtropicale nel momento in cui il jet si riporta alle alte latitudini.
Immagine 1: tutto l’inverno con vortice polare forte (NAM positivo, colori blu) in Stratosfera. Netto cambiamento in arrivo dalla seconda decade e atteso definitivo in terza: final warming in arrivo.
Terza decade di Marzo, verso il final warming
Lo stratwarming della prima metà di marzo sarà con ogni probabilità di tipo displacement, per tale ragione il suo effetto sulla troposfera potrebbe essere solo temporaneo (Immagine 1). In terza decade invece, dopo una ripresa delle velocità zonali in Stratosfera, è previsto un nuovo forte calo e con inversione.
Immagine 2: velocità zonale a 10 hpa. Il minimo previsto tra 9 e 16 Marzo coincide con un iniziale displacement in cui l’anticiclone decentra il vortice polare stratosferico dalla sua sede naturale e producendone un primo indebolimento. Segue un rialzo e poi la definitiva permanenza in negativo, in linea con la debole bilobazione prevista da GFS (split asimmetrico) e costituzione di un anticiclone polare stratosferico.
In tal frangente il riscaldamento potrebbe mettere in crisi il vortice polare, risultando quindi un final warming e di tipo dinamico, ossia in grado di andare a togliere efficacemente energia al vento zonale medio ed andando ad esaurire l’energia del vortice polare. Non è da escludere che questo possa avvenire attraverso un attacco a due onde al vortice polare, con conseguentemente un evento di tipo split ma in questa ipotesi risulterebbe asimmetrico, ossia con uno dei due lobi del vortice molto più consistente dell’altro. Si tratterebbe dunque in ogni caso di un w1 pattern dominante in Stratosfera.
Immagine 2: visuale 3D del vortice polare, lo split della colonna è visibile anche dalle mappe a 10 hpa dei run di GFS dove però si nota chiaramente solo un’area di riscaldamento (non mostrato).
Negli effetti troposferici dunque risulta improbabile pensare di vedere forti blocchi anticiclonici in oceano atlantico elevarsi verso il cuore del polo con split del vortice polare troposferico. Piuttosto un aumento dell’attività d’onda troposferica potrebbe portare ad un netto calo del NAM/AO anche in Troposfera e non è da escludere che in una prima fase l’anticiclone delle Azzorre, incontrando un vortice polare forte, nella sua elevazione possa evolvere in una rottura anticiclonica dando vita ad un Atlantic Ridge (scenario con EA-, immagine 3).
Immagine 3: lo split stratosferico apparirebbe accennato in Troposfera con un blocco in sviluppo sul nord Atlantico (Atlantic Ridge) e aria artica in discesa sull’Europa centrale. Tale scenario è in linea con la visuale 3D del vortice dell’immagine 2, dove si nota lo split stratosferico e un accenno di separazione del vortice polare in due lobi principali in Troposfera, con curvatura anticiclonica presente sul nord atlantico
Un’ondata di freddo, sebbene non rilevante, potrebbe coinvolgere l’Europa centrale e marginalmente l’Italia con un calo delle temperature e ritorno della neve fino alle basse quote di montagna. Si tratterebbe di una situazione molto temporanea, analogamente a quanto accadrà tra il 10 ed il 15 Marzo l’anticiclone prenderà di nuovo la via del Mar del Labrador e il forte sviluppo delle depressioni atlantiche riporterà nettamente sopra la media le temperature con piogge che gradualmente si riporterebbero fino in alta quota (immagine 4). Il clima in un contesto caldo rimarrebbe comunque piuttosto variabile sin verso fine mese, e le precipitazioni non mancherebbero.
Immagine 4: possibile esempio di sviluppo della situazione meteorologica verso fine mese. L’anticiclone migra sulla Groenlandia, aria fredda scende dalle Svalbard verso le Azzorre e venti subtropicali vengono richiamati in Europa. Si tratta di uno scenario visto frequentemente nel corso degli aggiornamenti, dunque un tipo di evoluzione probabile. D’altra parte si tratta di uno scenario caratterizzato da EA positivo, quindi piuttosto probabile nell’attuale contesto climatico.
Bisogna ricordare che il segno dell’EA non è legato in maniera significativa alle vicende del vortice polare stratosferico, ma è più realistico pensare che la tendenza ad essere sempre e fortemente positivo dipenda dal riscaldamento globale. Come già spiegato in questo articolo infatti (https://www.meteoregionelazio.it/2024/11/10/il-clima-in-italia-analisi-attuale-e-previsioni-per-il-futuro-in-ottica-di-cambiamento-climatico/) il forte aumento delle temperature dell’oceano Atlantico potrebbe star attivando un meccanismo di bilancio del calore richiamando a se venti freddi dalle Svalbard verso il cuore dell’oceano, attivando potenti vortici atlantici che richiamano venti subtropicali sul Mediterraneo. Nonostante la Nina tenda ad abbassare il valore dell’EA come spiegato nell’articolo qui menzionato, l’effetto del cambiamento climatico di lunga data osservabile nella serie storica dell’indice è ormai molto forte e dominante sulla variabilità naturale (immagine 5).
Immagine 5: da Luglio 2023, momento di sviluppo de El Nino, valori di EA spesso a livelli estremi e mai così alto per lungo tempo. Un indicatore forte sulla variabilità meteorologica che dovremo aspettarci.
Davvero difficile aspettarsi dunque ondate di freddo a fine mese in questo frangente, alla luce del fatto che per questo inverno l’EA ha raggiunto il suo minimo nel mese di Dicembre riuscendo a riportarsi solo in neutralità in tal mese e confermando quindi valori di media mobile dell’indice sul lungo periodo che continuano a rimanere moderatamente alti. Andando verso l’Estate inoltre la Nina sta rientrando verso condizioni di neutralità, la probabilità di avere ondate di calore quindi sta tornando ad aumentare.
Note:
- Nella sezione Regime (analisi sintetica ad inizio articolo) si vuole dare una probabilità dello scenario meteorologico più probabile. Quelli di riferimento sul settore euro-atlantico sono 4: anticiclone groenlandese (associabile alla NAO-); zonale (associabile alla NAO+); promontorio atlantico (Atlantic Ridge); blocco scandinavo (Scandinavian Blocking). L’insieme di questi 4 pattern spiega il 55% della variabilità meteorologica euro-atlantica e se ne cerca una loro frequenza di occorrenza. La stagionale si basa dunque su queste 4 definizioni di scenari meteorologici, i cui risvolti climatici su scala continentale sono stati ampiamente studiati in letteratura. Una definizione ne viene data al seguente link https://confluence.ecmwf.int/display/FUG/Regime+Charts
- I concetti di critical line e turning line sono strettamente legati al profilo latitudinale di vento zonale medio. Nella normalità il vento zonale medio aumenta con la latitudine. Questo crea una variazione nell’ambiente in cui le onde di Rossby sono immerse, per un’onda che sale di latitudine. Se il vento zonale medio si fa troppo intenso durante la propagazione dell’onda verso il polo, questa viene riflessa (tale latitudine di riflessione rappresenta una turning line). è possibile osservare gli anticicloni salire di latitudine e la loro ascesa venir bloccata dal passaggio di profonde vorticità polari (comportamento tipico dello Scand Block, in misura minore dell’Atlantic Ridge, wave-breaking anticiclonici). Viceversa se il vento zonale medio si indebolisce salendo di latitudine, è possibile trovare una critical line, una latitudine alla quale, se raggiunta dall’anticiclone, questo si rompe provocando quello che in gergo viene chiamato “taglio alla radice” dell’anticiclone che si è elevato di latitudine. Alla formazione di una critical line segue dunque l’isolamento di un’alta pressione polare. Di conseguenza se il vortice polare è molto debole e si associa ad un vento zonale medio piuttosto debole o persino invertito ad alta latitudine. La critical line solitamente si associa ad un pattern di NAO negativa, con l’isolamento di una cellula anticiclonica sulla Groenlandia e mar del Labrador. Questo si combina con il numero d’onda elevato (superiore a 5) che caratterizza una condizione di vento zonale medio debole alle medie latitudini. Le onde corte hanno velocità di gruppo positiva e viaggiano dunque da ovest verso est, questo si traduce in un moto verso est delle depressioni atlantiche (wave-breaking ciclonici) con clima umido e tempestoso specie sull’Europa centrale. Aria calda o molto calda può giungere sull’Italia dalle latitudini tropicali. Il forte vento zonale medio alle alte latitudini che caratterizza i pattern di Scand Block e Atlantic Ridge si associa ad un numero d’onda emisferico basso (compreso tra 2 e 4) e la velocità di gruppo zonale delle Rossby è negativa. Questi pattern evolvono quindi solitamente da est ad ovest, e lo Scandinavian Blocking evolve in un Atlantic Ridge. Se il vortice polare è molto forte e il vento zonale medio rinforza ulteriormente, la turning line scende di latitudine all’Europa centrale (fino a 50-60 nord) e la riflessione d’onda blocca gli anticicloni sull’Europa meridionale, da cui il pattern di NAO+. Tale scenario ha numero d’onda 1, è lineare e l’attività d’onda è assente. Il concetto di critical e turning line è valido anche in riferimento al profilo altitudinale di vento zonale medio.
DISCLAIMER: Questa previsione vuole dare un’indicazione probabilistica di cosa potrebbe avvenire, infatti solo i calcolatori sono in grado di darci l’esatto risultato finale e calcolare con precisione l’interazione tra tutte le forzanti climatiche in gioco